Trattata o non trattata
Una prima distinzione può essere fatta fra acque trattate (“del rubinetto” e purificate) e acque non trattate (minerali e di sorgente).
Acqua “del rubinetto”: è l’acqua dell’acquedotto, destinata all’utilizzo quotidiano e al consumo umano. È acqua potabile e non deve «contenere microrganismi e parassiti, né altre sostanze, in quantità o concentrazioni tali da rappresentare un potenziale pericolo per la salute umana»; la normativa fissa i limiti batteriologici e chimicofisici.
Quasi tutte le acque degli acquedotti subiscono trattamenti di depurazione e potabilizzazione che possono includere l’aggiunta di cloro per evitare la proliferazione batterica.
Acque da tavola: si tratta dell’acqua potabile imbottigliata o servita in caraffe. È un’acqua trattata e deve essere indicata come tale: «acqua potabile trattata» oppure «acqua potabile trattata e gassata».
Acque di sorgente: a metà tra le acque potabili e quelle minerali naturali; come queste ultime l’acqua di sorgente non può essere trattata e deve essere imbottigliata alla fonte, ma le sue caratteristiche devono rientrare nei limiti previsti per le acque potabili.
Acque minerali naturali: sono le acque che «avendo origine da una falda o giacimento sotterraneo, provengono da una o più sorgenti naturali o perforate e che hanno caratteristiche igieniche particolari e, eventualmente, proprietà favorevoli alla salute». Si tratta di acque naturali che non possono essere trattate e vanno imbottigliate all’origine. Si distinguono in acque minerali da tavola o dietetiche (che possono essere usate da chiunque) e acque mediche, il cui uso, per l’alta presenza di sali minerali, dovrebbe avvenire sotto controllo medico.