L’esame olfattivo
È la seconda parte dell’analisi organolettica del vino, ed è molto complessa: il mondo di profumi e odori è un universo sconfinato, se si pensa che solo fra le molecole di origine naturale più di 400 000 sono legate a sfumature odorifere. Profumi e odori sono classificati in tre gruppi.
Profumi primari o varietali o prefermentativi: tipici del vitigno, dipendono da numerosi fattori come il clima, il tipo di terreno, l’insolazione, il grado di maturazione dell’uva alla raccolta e così via. A loro volta si distinguono in:
– aromatici (come quelli di Moscato e Traminer), più penetranti a causa, soprattutto, dei terpeni, che vengono percepiti come una combinazione di odore e sapore;
– franchi, tipici di un particolare tipo di vino: per esempio il peperone verde nel Cabernet Sauvignon o la viola nel Nebbiolo.
Profumi secondari o fermentativi: si sviluppano durante i processi di vinificazione come l’▶ idrolisi enzimatica che si ha quando l’uva è pigiata e fermentata. Dipendono dall’alcol etilico, dall’anidride carbonica, dai prodotti secondari della fermentazione (esteri, alcoli superiori, aldeidi e acidi), dal tipo di lieviti usati e dalla temperatura di vinificazione che, in particolare, può modificare la loro finezza e intensità.
Profumi terziari o postfermentativi o di maturazione: si formano durante l’affinamento, la maturazione e l’invecchiamento del vino. Se il vino è conservato in recipienti di legno, la ▶ lignina lo arricchisce di sensazioni olfattive e gustative: un fenomeno che si amplia se il recipiente è piccolo (barrique). Il complesso di odori e profumi generati durante la conservazione e nel processo di invecchiamento di un vino viene definito bouquet.
La combinazione di profumi primari e secondari dà origine ai profumi definiti floreale e fruttato.