Sardegna
È la seconda isola del Mediterraneo: soprattutto collinare, ha un clima ideale per la vite, tanto che si pensa crescesse spontanea anche nell’antichità. Qui la viticoltura ha origini antichissime: il ritrovamento di alcuni vinaccioli mostra che forse risale almeno al periodo nuragico (1700 a.C.). I Fenici prima e i Romani poi, introdussero le proprie tecniche di coltivazione; quindi, nel tempo, si succedettero gli Aragonesi, i Catalani e gli Spagnoli, importando nell’isola nuovi vitigni e nuove tecnologie. Rimasti estranei all’epidemia di fillossera, molti vitigni sardi si salvarono, e durante il Regno sabaudo ebbero un periodo di grande produzione. Oggi hanno una diffusione soprattutto locale, ma, apprezzati e conosciuti in Italia, stanno iniziando a diffondersi anche in Europa.
Coltivati soprattutto ad alberello, a spalliera e a controspalliera, i vitigni a bacca bianca più diffusi sono la Malvasia di Sardegna, il Nuragus e il Vermentino; mentre quelli a bacca rossa sono il Bovale, il Cannonau, il Carignano, il Monica e il Pascale.