Imbottigliamento
È la pratica enologica conclusiva dei processi di cantina. Comprende scelta e lavaggio delle bottiglie, riempimento, tappatura, confezionamento e imballaggio.
Dopo l’imbottigliamento il vino continua il suo processo evolutivo, che finisce con l’apertura della bottiglia. È importante, prima dell’imbottigliamento, garantire la pulizia delle bottiglie e la qualità dei tappi per non compromettere il prodotto finale. La prima operazione a cui devono essere sottoposte le bottiglie vuote è il lavaggio.
Per i vini rossi si scelgono bottiglie di tipo borgogna e bordolese, generalmente di vetro scuro, per prevenire fenomeni di ossidazione dovuti a prolungata esposizione ai raggi ultravioletti.
Per i vini bianchi il tipo renana; per i vini speciali si utilizzano bottiglie di colore trasparente per dare risalto al colore del prodotto.
Necessità tecniche riguardano lo spessore del vetro (per la pressione dei vini spumanti). La forma può essere importante nel caso di vini rossi di lungo affinamento, che potrebbero presentare una quantità cospicua di sedimenti. In questo caso si utilizza una bottiglia come la bordolese, con spalla pronunciata, utile barriera che trattiene eventuali depositi durante la mescita del vino.
La capacità delle bottiglie che più comunemente si trovano in commercio è di 0.750 l. Per i vini passiti si usano bottiglie di capacità pari a 0.375 e 0.500 l. Per spumanti e champagne sono previste più opzioni; si possono usare infatti 10 differenti tagli di bottiglia, ognuna con il proprio nome, con multipli pari a 20 volte lo standard di una bottiglia comune.