Con questo nome s’intende l’insieme degli utensili necessari a servire o consumare il cibo a tavola. Gli strumenti più usati sono la forchetta, il coltello e il cucchiaio, nelle loro varie dimensioni; inoltre esistono posate che si usano solo in particolari occasioni: per esempio quelle per mangiare le chiocciole (escargot), l’aragosta o gli asparagi.
Le posate possono essere fabbricate in vari materiali; i più usati sono:
- l’acciaio, una lega di cromo, nichel e carbonio; queste posate sono meno costose, più pratiche, di facile reperibilità e per questo molto usate nella ristorazione quotidiana;
- l’argento, mai allo stato puro ma sempre in lega con il rame (per esempio quando è al 925‰ vuol dire che ci sono 925 parti di argento e 75 di rame); queste posate sono molto usate nelle strutture di alto livello, perché più adatte alla tavola da un punto di sia vista estetico che funzionale: hanno infatti un’alta capacità di conduzione e conservabilità del calore. Tuttavia sono più costose, e pongono maggiori problemi di manutenzione e di pulizia;
- l’acciaio inox argentato (Electro Placted Stainless Steel, a volte la dicitura è ridotta alla sigla EPSS), che si ottiene placcando l’acciaio con l’argento. Il valore e la durata di queste posate dipende dallo spessore della placcatura elettrolitica, che si può desumere dal rapporto fra il peso dell’argento totale e quello della posateria standard;
- l’alpacca, una lega di rame, nichel e zinco, e il peltro, una lega di stagno, piombo, antimonio e rame sono materiali che un tempo erano molto utilizzati anche al naturale; oggi possono essere impiegati solo se argentati, in modo da isolare il rame che dà problemi di tossicità.