Un gelato biologico d’eccellenza
Figlio d’arte – a Nichelino, il padre aveva una cremeria, gelateria, pasticceria, tavola calda aperta dall’ora di colazione a quella dell’aperitivo – Alberto Marchetti ama fare il gelato e lo fa con dedizione secondo le ricette di famiglia, scegliendo buoni ingredienti.
La sua prima gelateria apre nel 2004 a Nichelino, dove Alberto conosce tutti e si sente a casa. Poi si sposta a Torino, in Corso Vittorio Emanuele II, e con la moglie Alessia apre una gelateria, in via Po, e una ad Alassio. Con la crescita dell’attività, aumentano i collaboratori: arrivano Simone, Francesca, Marcella e Silvia a cui Alberto insegna il mestiere.
Ma continua a seguire tutta la produzione, dall’inizio alla fine, pur coinvolgendo in prima persona tutti i collaboratori: se si scommette su un nuovo gusto, lo devono assaggiare e approvare tutti.
Alberto è impegnato soprattutto nella ricerca e nella verifica delle materie prime: vuole essere il più trasparente possibile nel comunicare ai suoi golosi clienti tutto quello che viene impiegato nella preparazione dei suoi prodotti. Per questo, gli ingredienti sono ben segnalati all’interno dei suoi negozi, accanto alle foto sulle pareti che ritraggono il padrone di casa con i suoi fornitori abituali.
Così, anche un alimento apparentemente semplice come il gelato diventa frutto di un perfetto gioco di squadra: molte persone lavorano alla realizzazione di un prodotto che riunisce in sé diversi ingredienti. Per selezionarli, Alberto ricerca, assaggia, si informa, incontra i produttori, e stabilisce con loro un rapporto di fiducia. E poi riparte. Il suo gelato è fatto con materie prime trovate grazie a una rete di amici-fornitori con cui condivide la cura e la passione per lavoro.
Per fare un esempio, prima di scegliere latte e panna, Alberto è andato a conoscere le mucche e chi le alleva, si è fatto spiegare come vengono accudite e nutrite.
E, cercando prodotti di qualità, Alberto ha pensato di usare anche i Presìdi Slow Food per fare gelati dal gusto speciale e dalla qualità impeccabile: così oggi esistono gelati realizzati con la fragola di Tortona, con il ramassin della Valle Bronda, con la farina bóna, con il moscato passito della Valle Bagnario di Strevi, o con la buonissima vaniglia della Chinantla (in Messico) e con la robiola di Roccaverano. Un colpo di genio, in un mercato che, oltre al palato, può soddisfare anche la salute.