SERVIRE AL MEGLIO IL CLIENTE

SERVIRE AL MEGLIO il cliente

Molti credono che quello del cameriere sia un mestiere facile. In realtà, se fatto con impegno e serietà, è uno dei lavori più delicati: bisogna essere in grado di intuire i desideri delle persone e sentirsi gratificati nell’esaudirli, avere una grande pazienza e spirito di iniziativa, una grande resistenza fisica, una buona conoscenza della gastronomia e dell’enologia e, soprattutto, grandi capacità psicologiche e comunicative. Oltre a queste doti “naturali”, sarà d’aiuto avere una buona cultura generale, una profonda conoscenza delle regole del “bon ton” e conoscere qualche lingua straniera, che consentirà di sviluppare un contatto cordiale anche con i clienti di altri Paesi.

Accoglienza e professionalità

Il momento in cui si accoglie il cliente è molto importante, fondamentale se lo si vuole fidelizzare. La prima impressione è quella che conta, quella che predispone l’avventore in modo più o meno favorevole e che, nel tempo, lo invoglierà a tornare o a parlare del vostro locale con altre persone, innescando il meccanismo del “passaparola”.

I fattori che influenzano le impressioni dell’ospite, e ne costituiscono la memoria “utile”, sono diversi: l’atteggiamento del personale di servizio e l’ambiente sono i principali. Occorre sfoderare cortesia, professionalità e capacità comunicative perché il servizio abbia una buona riuscita complessiva. Un qualsiasi motivo di insoddisfazione, anche minimo, potrebbe compromettere la “conquista” del cliente o disamorarlo, nel caso sia già un frequentatore abituale del locale.

L’accoglienza si svolge in due momenti distinti: il saluto di benvenuto all’ospite e la sua sistemazione al tavolo. Successivamente, il comportamento dovrà seguire precisi schemi legati alla professionalità, allo stile, all’eleganza e alla disponibilità.

Come si comporta un cameriere ideale?

Nell’accogliere un ospite, la cordialità è essenziale: il sorriso è il perfetto segnale che fa sentire il cliente a proprio agio fin dal primo momento. Allo stesso tempo, bisogna andargli incontro, evitando di farlo attendere; se si è occupati, è consigliabile non ricorrere a frasi come «Arrivo subito...», ma occorre mostrare, con un cenno della testa e un sorriso, che lo abbiamo notato e che, appena possibile, saremo da lui. Far aspettare un cliente sulla porta provoca disagio e imbarazzo e compromette la prima impressione.

È importante salutare l’ospite guardandolo in volto e, se è possibile, personalizzare il saluto usando il suo nome o il suo titolo: «Buongiorno signori; benvenuti nel nostro ristorante», «Buonasera signor Rossi, è un piacere rivederla». In quest’ultimo caso, starà alla sensibilità del cameriere mostrare la sua conoscenza della persona che ha davanti, specie nel caso sia accompagnata: è importante trasmettere agli avventori di essere ospiti, non clienti. Per questo, anche prendere il soprabito e indicare il guardaroba ai nuovi arrivati contribuisce a una perfetta accoglienza.

Occorre chiedere al cliente se ha prenotato, con quante persone è venuto, se ha desideri particolari su dove sedere: nell’accompagnarlo al tavolo, è bene stargli a sinistra, domandandogli dove vorrebbe accomodarsi (è preferibile usare il condizionale), dando indicazioni per evitare di occupare un tavolo riservato o da lasciare libero.

Se il cliente è straniero e non capisce ciò che gli dite, ripetete la frase con calma, cercando di rassicurarlo e di metterlo a proprio agio. È sempre meglio ripetere più volte, piuttosto che provocare errori nel servizio.

Una volta che l’ospite si è accomodato, si consegna il menu, lasciando un po’ di tempo per scegliere: in genere, quando il cliente è pronto per ordinare depone la carta sul tavolo e si guarda intorno. A questo punto il cameriere si riavvicina per prendere l’ordinazione e, se gli viene richiesto, può anche dare consigli sull’abbinamento delle preparazioni con le bevande.

Inizialmente si portano le bevande, quindi i piatti, servendo prima le signore, la persona meno giovane o quella più auto

revole. Il piatto di portata va porto da sinistra, i piatti pronti da destra.

Sempre da destra si tolgono i piatti, in modo elegante e senza disturbare: mai passare davanti al viso dell’ospite!

Prima del dolce il tavolo va ripulito togliendo le briciole. Quindi, a richiesta, si porta il conto su un piattino o in un apposito contenitore, e ci si allontana; quando il cliente avrà pagato, si porterà subito il resto o la contabile della carta di credito, ringraziando anche se non c’è mancia.

Infine, quando l’ospite si alza, lo si può aiutare a indossare il soprabito e, accompagnandolo all’uscita, lo si saluta di nuovo, augurando di rivederlo presto.

È importante anche fare attenzione ad altri dettagli: parlando con il cliente bisogna sempre mantenersi discreti, riservati e precisi, evitando di esprimere giudizi sul locale e opinioni politiche, religiose o sportive.

A una richiesta d’informazioni bisogna rispondere sempre con dati esatti e, nel caso non se ne avessero, bisogna far presente all’ospite che non si è in grado di soddisfarlo. Questo deve valere in particolare se il cliente vuole informazioni su altri ospiti, dei quali va tutelata la privacy.

Un’altra regola d’oro da seguire: quando si parla, non si deve gesticolare con le mani.

Durante il servizio, poi, l’occhio del cameriere dev’essere sempre attento e osservare tutti i tavoli per intervenire tempestivamente, evitando così sia di far attendere i clienti, sia di “girare a vuoto”.

La vendita è impreziosita da gesti eleganti: offrire un ottimo cibo o un vino eccellente servendoli in malo modo sminuisce il valore del prodotto e riduce il piacere dell’ospite.

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Le mance

Non è mai elegante parlare di soldi. La mancia è un tasto dolente, in grado di creare perplessità e imbarazzo. Con “mancia” s’intende il denaro supplementare che il cliente lascia al personale di un locale come manifestazione tangibile del grado di soddisfazione per il servizio ricevuto.

La cosa, però, non è così semplice: ogni Paese del mondo ha usanze diverse. In Spagna e negli Stati Uniti, la mancia dev’essere del 15% circa del conto totale; in Francia corrisponde a un importo che va dai 15 centesimi ai 2,30 €; in Germania e Svezia non ci sono regole mentre in Austria è già compresa nel conto e in Polonia, se non si lascia qualche spicciolo in più per il servizio, si è considerati maleducati. In Giappone è esattamente l’opposto: offrire un buon servizio è considerato un dovere, e non ci si aspetta di avere riconoscimenti economici aggiuntivi. È una vera e propria questione d’onore!

In linea di massima, la discrezione è tutto; NO a:

  • denaro preso direttamente in mano;

  • qualsiasi situazione o frase che possa imbarazzare il cliente o un vostro collaboratore;

  • svenevoli ringraziamenti a chi ha apprezzato la vostra professionalità.

Tanti tipi di cliente

Le persone sono tutte diverse, e anche i clienti con cui ci si trova a confronto. Allenando lo spirito d’osservazione giorno per giorno, s’impara a conoscerli, riconoscerli e valutarli. Sarà possibile classificarli in vere e proprie categorie, e diventerà semplice capirne le esigenze e le reazioni, prevenendo spiacevoli episodi. Sfruttando consapevolmente le proprie capacità professionali sarà più facile affrontare ogni cliente evitando delusioni. Vediamo i principali tipi di clienti.

Il cliente “passivo”

Risponde a monosillabi, sembra assente, distratto, ma sa bene ciò che vuole, e a volte mette in difficoltà con richieste particolari. Siate cortesi e pazienti, presentategli le varie preparazioni in modo dettagliato: lo apprezzerà anche se non lo manifesterà.

L’amico di famiglia

Lo conoscete per amicizia o per legami familiari: si aspetta un trattamento di favore, un prezzo speciale, qualche privilegio riservato a lui solo. Spesso, però, tende inconsapevolmente a sminuire o a non prendere sul serio il vostro lavoro. Come trattare con questo tipo di cliente dipende dal vostro rapporto: cercate di tenere separati i due piani, personale e di lavoro, perché in sala i rapporti devono essere sempre professionali.

L’eterno insoddisfatto

Esistono persone che non sono mai pienamente soddisfatte: lamentarsi di ogni cosa e chiedere di modificare più volte ciò che hanno ordinato è nella loro natura. Non dovrete pensare che il vostro lavoro e la vostra professionalità siano messi in discussione: eviterete così di assumere un atteggiamento irriverente o infastidito. È importante capire che lamenti e richieste non sono dovuti a un giudizio personale, ma a un aspetto del carattere del cliente: cercate sempre di tutelare il vostro lavoro.

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Il risparmiatore accanito

Ha una spiccata abilità critica che, nel tentativo di ottenere un prezzo più basso, può minare la fiducia in voi stessi. Per tenere sotto controllo la manipolazione di questo cliente è fondamentale essere sicuri di ciò che si sta facendo, delle proprie conoscenze e capacità.

I clienti “speciali”

Ci sono clienti che hanno bisogno e richiedono attenzioni particolari e che vanno accolti con particolare empatia: le donne in gravidanza, i bambini, gli anziani e le persone diversamente abili.

Il cliente ideale

Esiste davvero: comprende l’importanza, la qualità e l’arte del vostro lavoro, e apprezza il vostro operato. Cortese nelle risposte, chiede suggerimenti e ha fiducia nelle vostre capacità. Con questo tipo di clienti, lasciatevi entusiasmare dal lavoro!

Le esigenze diverse dei clienti “speciali”

LE DONNE IN GRAVIDANZA

Evitate errori grossolani come offrire a una donna incinta alimenti quali verdure o carni crude, salumi, formaggi crudi e frutta fresca, che potrebbero provocare malattie infettive: sarà lei, eventualmente, a chiederli.

È importante che, oltre ad assecondare al meglio le sue esigenze, abbiate per lei una serie di attenzioni che denoteranno la vostra competenza professionale:

  • evitate che resti in piedi per molto tempo, fatela accomodare quanto prima;
  • scegliete per lei un tavolo lontano da fonti di odori, che possono essere estremamente fastidiosi per le donne in gravidanza;
  • infine, fate in modo che si sieda dalla parte opposta rispetto agli animali eventualmente presenti al seguito di altri ospiti.
I BAMBINI

Sono clienti davvero speciali che, per il basso autocontrollo, possono creare qualche problema. Spesso propensi ai capricci, vanno trattati “con i guanti” per evitare di urtare i genitori. I bambini non sono dei buongustai e, estremamente abitudinari, preferiscono sapori “noti”: salato e dolce. Proponete preparazioni come pasta con vari condimenti, cotolette alla milanese, patatine fritte, pizza e gelato: avrete sicuramente successo!

PERSONE diversamente abili

Verso questi clienti occorre comportarsi con la massima naturalezza e semplicità, facendoli sentire come a casa propria e prevenendo ogni loro necessità. Per esempio, andranno fatti accomodare ai tavoli a quattro gambe, che permettono anche a chi si trova costretto in una carrozzina di avvicinarsi quanto vuole al piano imbandito. Come sempre, però, ciò che fa la differenza è la capacità empatica delle persone che lavorano in sala: quello che serve di più è buon senso e rispetto.

Che fare se il cliente protesta

Nel locale arrivano clienti d’ogni tipo, anche sgarbati o infuriati… Come comportarsi? A chi è sgarbato non si può rispondere per le rime, anche se la tentazione è molto forte: la calma è il miglior rimedio contro la scortesia e l’irritazione altrui; cercate soprattutto di non attirare l’attenzione degli altri clienti.

Il cliente infuriato è difficile da gestire: riuscire a placarlo mantenendo la calma, stemperando la situazione, e poi soddisfarlo, è un’esperienza che riempie di orgoglio.

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Un comportamento da professionista

Al giorno d’oggi la professione di addetto di sala e bar offre l’opportunità di trovare facilmente un impiego in Italia e all’estero. Le prospettive di carriera e le indubbie soddisfazioni economiche e di crescita personale sono garantite, purché si rispettino alcuni principi e regole che segnalano immediatamente la qualità del vostro lavoro.

Principi etici e condotta professionale

“Professionalità” è un termine complesso e articolato che indica un insieme variegato di conoscenze, competenze, abilità professionali e umane che, integrandosi e interagendo tra loro, denotano l’attività di uno specialista, il professionista con la “P” maiuscola.

La professionalità si acquisisce col tempo e dipende da tre fattori principali.

  • Il fattore morale comprende i princìpi etici e i valori morali di una persona, quelli che ispirano il comportamento sia nel lavoro sia nei rapporti umani. Attraverso un linguaggio semplice e chiaro, il professionista costruisce rapporti di fiducia reciproca, basati sulla lealtà e sull’onestà: requisiti preziosi per la riuscita del lavoro di équipe che è alla base di un buon servizio.

  • Il fattore professionale comprende aspetti operativi: il professionista mette a disposizione dei suoi collaboratori il proprio sapere, cioè le conoscenze e le competenze acquisite con l’esperienza, e il proprio saper fare, cioè la creatività e la capacità di risolvere problemi che ha consolidato sul campo.

    In queste occasioni, il mestiere e l’arte emergono, prendono forma e diventano sostanza. La vocazione e la motivazione a dedicarsi a questo lavoro sono elementi in­dispensabili affinché la professionalità raggiunga la sua massima espressione.

    Oggi, più che nel passato, la scuola dell’obbligo e quella professionale forniscono una buona preparazione cul­turale e le basi tecnico-pratiche necessarie per l’inserimento nel mondo del lavoro.

  • Il fattore relazionale consiste nel “saper essere” e “sentirsi” veri professionisti, consapevoli e attenti anche nel gestire con efficacia le dinamiche personali, conflitti compresi. È l’aspetto più complesso, poiché presuppone la conoscenza delle regole basilari della comunicazione interpersonale.

Nell’esercizio della professione si ha sempre a che fare con clienti che, innanzitutto, sono persone con aspettative e desideri, o problemi, che vanno compresi e rispettati.

Al vero professionista non devono mancare anche l’entusiasmo e l’ottimismo: sono risorse mentali indispensabili per svolgere il lavoro con efficienza ed efficacia, elementi preziosi che contraddistinguono chi non si accontenta dei buoni risultati ma aspira all’eccellenza.

Protagonisti in Sala
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Corso di sala e vendita per il primo biennio