Le cucine emergenti

Le cucine emergenti

Come altri settori del mercato, anche l’enogastronomia segue le mode del momento. È così che nascono nuovi stili di cucina, in armonia con particolari tendenze, che col passare del tempo possono affermarsi o scomparire. Relativamente moderne e già consolidate sono la cucina fusion e la cucina world food. Dagli ultimi sviluppi della cucina creativa, invece, arrivano le cucine sperimentalichiamate così per l’innovativa ricerca di nuovi abbinamenti di ingredienti e di sorprendenti tecniche di cottura: fra tutte, ricordiamo la cucina destrutturata e quella molecolare.

La cucina fusion
Nasce dall’interesse per le cucine etniche e per i loro numerosi prodotti, ricchi di sapori e aromi sconosciuti, e dal loro incontro con i prodotti noti delle diverse cucine nazionali.

La cucina world food
Lascia al cliente la possibilità di comporre un proprio menu assemblando prodotti provenienti da varie parti del mondo. Agli ingredienti principali, vengono abbinati salse e contorni di origine diversa, in un ideale menu “mondiale”.

La cucina destrutturata
Ideata da Ferran Adrià, chef spagnolo fra i più innovativi, questa cucina rivisita le ricette tradizionali in modo radicale. Gli stessi ingredienti, che in origine erano mescolati fra loro, sono disposti in modo diverso, separati e manipolati con metodi tali da far assumere loro consistenze e colori diversi. Così, un tiramisù diventa una composizione di mousse al mascarpone, gelatina al caffè espresso e croccante di savoiardo. La fantasia ha grande spazio: il cuoco può giocare con colori e forme per sviluppare composizioni esteticamente elaborate.

La cucina molecolare
L’espressione “gastronomia molecolare e fisica” è stata coniata nel 1988 da Nicholas Kurti, fisico ungherese, e da Hervé This, fisico-chimico e gastronomo francese, per indicare una sottodisciplina della scienza degli alimenti che intendeva studiare le trasformazioni chimiche e fisiche che si verificano negli ingredienti di una preparazione culinaria durante la cottura. Ma la nascita di questa cucina si consolida durante il congresso Scienza e gastronomia svolto a Erice nel 1992, dove si sviluppa l’idea di cucinare sfruttando le numerose innovazioni tecnologiche mutuate dalle discipline scientifiche.
Esempi di preparazioni molecolari sono il pesce (avvolto in foglie di porro per evitare che diventi dolce) cotto in una miscela di zuccheri fusi anziché nell’olio bollente, il gelato preparato usando azoto liquido (-196 °C) o l’uovo “cotto” con alcol etilico a 95°. Pioniere della cucina molecolare è Ferran Adrià, che ha messo a punto sostanze (denominate texturas: emulsionanti, addensanti e gelificanti soprattutto artificiali) da aggiungere alle preparazioni per ottenere il risultato desiderato. Esponenti di spicco in Italia sono il fisico Davide Cassi e il cuoco Ettore Bocchia, che hanno redatto Il manifesto della cucina molecolare italiana, e lo chef Massimo Bottura che, nel suo ristorante modenese, propone una cucina molecolare armonizzata a quella tradizionale.
Il largo uso di schiume, gelatine, additivi e altre sostanze artificiali, tuttavia, ha reso questo tipo di cucina piuttosto controverso fin dall’inizio, facendo pensare che la sua invenzione sia soprattutto un’idea delle industrie chimiche che, sfruttando come testimonial alcuni cuochi famosi, avrebbero portato avanti una gigantesca operazione di marketing. Per questo motivo, alcuni chef rigettano questa definizione, preferendone altre come cucina multisensoriale, cucina modernista o sperimentale.

Protagonisti in Cucina
Protagonisti in Cucina
Corso di enogastronomia per il secondo biennio e il quinto anno