La cucina portoghese

La cucina portoghese

La cucina portoghese è considerata una tra le più ricche al mondo. La disponibilità di ottimi prodotti di terra e di mare l’hanno arricchita di sapori e profumi, ma non solo: i portoghesi sono stati grandi navigatori e commercianti e hanno colonizzato territori in ogni parte del mondo, così numerosi ingredienti e abitudini d’oltremare sono entrati a far parte integrante della loro cultura, anche gastronomica. Sintetizzando molto, possiamo dire che dagli Arabi hanno acquisito nuovi sistemi di irrigazione e l’abitudine a produrre e usare mandorle, fichi, miele e agrumi. Da loro assimilarono anche l’abitudine alle spezie del Nord Africa, così come nuove tecniche di cottura: la cataplana, preparata in pentola di rame con chiusura ermetica, è ancora oggi in uso nel Sud del paese. Dalla cultura ebraica, invece, adottarono il modo di fare il pane e i dolci: molti tipi di pane azzimo e alcuni dolci ebraici, come l’arrufadas de Coimbra, sono ormai comuni a tutto il Portogallo.

A partire dal XV secolo dalle colonie del Nuovo Mondo adottarono nuovi ingredienti come l’avocado, il fagiolo, la patata, il peperone e il peperoncino, il pomodoro e il tacchino, imparando a sposarli con gli antichi ingredienti mediterranei come il coriandolo, il prezzemolo e lo zafferano, o con le spezie che importavano dall’Asia e dall’Africa: i chiodi di garofano, la noce moscata, il pepe e lo zenzero, o il peri-peri (o peperoncino degli uccelli, Capsicum frutescens). Novità dal Nuovo Mondo divennero parte integrante dell’economia del paese. Fra tanti, un esempio: l’Anona di Madeira, frutto tropicale originario di Equador e Perù, diventato oggi uno dei prodotti DOP del Portogallo.

Come portavano in patria nuovi gusti e combinazioni alimentari, così i portoghesi contribuivano a diffondere in Europa le novità gastronomiche dal mondo e nel mondo le tradizioni europee. Grazie ai portoghesi, per esempio, fu introdotta ove fosse possibile la coltura dell’arancio dolce; originario dell’India e retaggio degli Arabi, che lo chiamavano burtuqäl, ancora oggi in molte lingue e dialetti questo frutto ha un nome che ricorda il Portogallo, in romeno, per esempio, è portocala, in turco portakal, nelle regioni meridionali d’Italia è purtuallo, partajallo, partuàllo o portugallo e così pure nella maggior parte di quelle del Nord dove viene chiamato portugao, portogàl, partugàlo

Ai lunghi viaggi di mare i portoghesi devono poi lo sviluppo di una serie di innovazioni nella conservazione del pescato: in particolare il merluzzo – risorsa alimentare importantissima ed economica – fu essiccato o messo sotto sale. Il baccalà, che si conservava meglio e più a lungo, sostituì ben presto la carne nelle stive delle navi e nei piatti dei marinai. Oggi, il merluzzo e il baccalà (bacalhau) sono sicuramente il piatto più diffuso: pare che esistano 365 ricette che lo hanno come protagonista, una per ogni giorno dell’anno.

Fra i piatti tipici ricordiamo:

  • la alheira, una salsiccia di pollo speziato che viene servita con patate o uova fritte, alternativa ebraica alla salsiccia di maiale;
  • il caldo verde, una zuppa di cavoli e patate servita con fette di pane e chourico;
  • il cozido à portuguesa, uno dei piatti più diffusi nel paese: è un bollito misto tipico invernale, a base di carne di manzo e di maiale (carne fresca e salata, prosciutto crudo, zampe). Viene accompagnato da varie verdure o cereali (pomodori, patate, carote, rape, ceci, cavolo e riso);
  • il crème caramel o, come è chiamato in Italia, latte alla portoghese: un budino a base di latte, uova, zucchero e, di solito, vaniglia, ricoperto di caramello;
  • i pastéis de nata, paste alla crema chiamate anche pastéis de Belém, a base di pasta sfoglia e di una crema all’uovo aromatizzata alla cannella.

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Prodotti DOP: le eccellenze del Portogallo

I prodotti di eccellenza sono numerosi: ricordiamo alcuni dei più importanti.

Il Portogallo vanta una notevole tradizione casearia legata agli allevamenti di ovini e caprini. I formaggi lusitani DOP sono 11; fra tutti ricordiamo il Queijo de Azeitão, un pecorino a pasta molle dal retrogusto delicatamente piccante; il Queijo de Nisa, un pecorino a pasta semidura e cagliato con il cardo, dal sapore robusto e leggermente acidulo; il Queijo do Pico, un formaggio vaccino prodotto sull’isola di Pico nelle Azzorre, dal caratteristico sapore salato.

Fra i DOP ci sono anche molti tipi di carne: da quelle di ovini come gli agnelli (borrego) Serra da Estrela e Terrincho, i capretti (come il Cabrito Transmontano), i bovini di numerose razze differenti (da quella Carnalentejana alla Arouquesa, dalla Barrosa alla Marinhoa, dalla Maronesa alla Mertolenga) e i suini (come il Bísaro Transmontano o il Porco Alentejano) con cui si producono salumi d’eccellenza. Col nome di chorizo o chourico si indicano numerosi tipi di insaccati e salsicce, di solito a base di carne bovina e/o suina tritata grossolanamente e condita con sale, paprika dolce o piccante, molto diffusi anche in Spagna e a volte affumicati: è DOC il Chourico de Portalegre. Importanti anche i prosciutti do Alentejo e de Barrancos ricavati dalla zampa posteriore (Presunto) o anteriore (Paleta) di maiali razza Nera Iberica.

Sono DOP anche molti altri prodotti agricoli: dalle prugne Aimexas d’Elvas alle mandorle Amêndoa Douro; dall’Ananas delle Azzorre/São Miguel prodotto in serra con l’uso di “fumi” e “letti caldi” che gli danno un odore particolare e un gusto di qualità unica, alle olive in scatola Negrinha de Freixo, Campo Maior o d'Elvas; dalle castagne de Terra Fria, de Padrela nel Nord, dos Soutos da Lapa, che sono state di fondamentale importanza per le popolazioni del Nord (prima come risorsa alimentare poi come una delle principali fonti di reddito), alla Pera rossa dell’Ovest; dalla Maçã Bravo de Esmolfe, piccola mela autunnale dal profumo intenso e polpa morbida, al Mel da Serra da Lousã, a numerosi tipi di olio d’oliva, di cui il Portogallo è un grande produttore.

Protagonisti in Cucina
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Corso di enogastronomia per il secondo biennio e il quinto anno