Programmare la produzione
È di fondamentale importanza che lo chef pianifichi il lavoro di cucina compiendo razionalmente tre azioni:
- predisporre l’elenco dei piatti che si devono preparare avendo come valido supporto la scheda tecnica di lavorazione;
- individuare il personale a cui affidare la lavorazione così come gli strumenti e le attrezzature da usare, in modo da garantire la realizzazione dei piatti e assicurare il servizio programmato;
- fare una previsione sull’andamento della richiesta del servizio da parte dei clienti nel medio-lungo termine.
Quest’ultima azione è senz’altro la più complicata: per fare una previsione attendibile, infatti, bisogna avere una grande esperienza nel settore che permetta di interpretare correttamente i dati disponibili sulle statistiche riguardo alle scelte dei piatti da parte dei clienti in modo da riuscire a ricavarne indicazioni utili sulle tendenze future delle vendite. Questa pianificazione è sicuramente più facile nelle aziende di ristorazione collettiva, perché tutti i dati necessari (menu, presenze, orari ecc.) per lo svolgimento del servizio di ristorazione sono già noti e si può procedere in modo quasi schematico.
Una situazione ben diversa si verifica nelle strutture di ristorazione tradizionale o neoristorazione: esse lavorano soprattutto con una clientela occasionale, che può variare da un giorno all’altro sia in numero che in esigenze, portando a concentrare la domanda in un pasto della giornata o in un certo periodo della settimana o del mese. In questo caso, la strategia organizzativa migliore è quella di programmare la produzione di cucina in modo che il lavoro possa essere abbastanza costante, evitando l’alternarsi di periodi di sovraccarico e periodi “morti”.