I colori della Pedagogia - volume 3

di un cammino intrapreso insieme alla famiglia di appartenenza e pone in gioco molteplici fattori: i modelli educativi interiorizzati dai genitori, le loro aspettative circa la riuscita scolastica dei figli, il modo in cui è concepita l organizzazione della scuola. Il primo contatto degli alunni con la scuola lascia tracce in ogni individuo, minorenne o adulto. Sono tracce che inevitabilmente contaminano anche le comunità di prossimità di ciascuno (famiglia ristretta e allargata, gruppo linguistico di appartenenza, colleghi e professionisti con i quali si lavora, vicini di casa, familiari, amici). Nella scuola i bambini imparano a stare in gruppo, ad accogliere e accogliersi. Imparare ad accogliere è prima di tutto sapersi accogliere: accettare cioè che abbiamo dei limiti nella comprensione dell altro, che non sempre siamo in grado di capire e che la cultura cui si appartiene funziona come degli occhiali filtranti attraverso cui guardiamo l altro e il mondo. un limite, accoglierlo ci apre all incontro. 2. Le lingue dell altro. Se l educatrice, l educatore o l insegnante accolgono e valorizzano le lingue di cui ogni bambino è portatore e con esse l ambiente domestico in cui i piccoli imparano le prime parole, viceversa anche la famiglia valorizzerà la scuola e la lingua che i figli imparano. L azione dell accoglienza chiede agli adulti di fare posto anche allo sconosciuto che ogni lingua porta con sé; di accettare che le lingue dell altro, mantenute e parlate in casa con la madre e con il padre, sono una ricchezza. Ogni bambino, se ben nutrito dalla lingua dei genitori, potrà appropriarsi anche delle nuove lingue che il contesto sociale e di apprendimento gli proporrà. Non è possibile comprendere i bambini e accompagnarli negli apprendimenti se li isoliamo dalla lingua dei genitori, perché ciò significa tagliarli fuori dalla realtà e dagli scambi comunicativi tra esseri umani e tra questi e il mondo. 3. La propria lingua: contestualizzare le parole. Ciascun individuo interpreta il mondo nell ambito del proprio sistema linguistico. Ogni lingua possiede una sua grammatica, diversa dalle altre, e frasi idiomatiche che non hanno un corrispettivo letterale in altre lingue. Quando si utilizza una parola ma non si sanno coniugare i verbi, quando si ha un informazione ma non si è capaci di collocarla nel suo contesto, si arriverà sicuramente a un informazione ma non si costruirà e non si creerà pensiero. Quando si parlano lingue differenti a scuola e negli altri contesti socio-educativi, contestualizzare ogni parola deve essere una prassi. un buon esercizio per tutti, in quanto consente di conoscere bene la ricchezza che ogni parola porta con sé. 4. Aperti ad altri saperi dell educazione. Ogni famiglia, ogni persona, nel tempo e in particolare nella migrazione, porta con sé una parte del proprio patrimonio culturale e lo modifica lungo gli anni, inserendovi elementi di novità. Nei percorsi educativi e di accompagnamento delle famiglie è importante accogliere la visione educativa dei genitori, la relazione con l eventuale aspetto religioso e comunitario e le trasformazioni avvenute. Sono questi gli elementi che incidono sulla crescita dei figli. Anche la relazione con la unità 12 | Pedagogia dell incontro | 377

I colori della Pedagogia - volume 3
I colori della Pedagogia - volume 3
L’educazione dall’Ottocento a oggi - Quinto anno del liceo delle Scienze umane