T1 - Edgar Morin, Ben vivere?

PAROLA D AUTORE | T1 Edgar Morin Insegnare a vivere. Manifesto per cambiare l educazione, Raffaello Cortina, Milano 2015, pp. 20-21 Ben vivere? Il libro da cui è tratto il brano è l ultimo della trilogia commissionata a Edgar Morin dall Unesco, che comprende anche La testa ben fatta e I sette saperi necessari all educazione del futuro. L autore si sofferma sulla distinzione tra vivere, sopravvivere e vivere bene, facendo riferimento a diversi approcci di pensiero: per esempio, la sobrietà felice di Pierre Rabhi (scrittore, agricoltore e ambientalista, n. 1938) e il buen vivir ( ben vivere ) dei movimenti indigeni latinoamericani. Che cosa significa vivere? La parola vivere ha un primo senso: essere in vita. Ma assume un senso pieno quando si distingue vivere da sopravvivere. Sopravvivere è sotto-vivere, essere privati delle gioie che la vita può portare, soddisfare con difficoltà bisogni elementari e alimentari, non poter sviluppare le proprie aspirazioni individuali. Vivere, al contrario di sopravvivere, significa poter sviluppare le proprie qualità e le proprie attitudini. In numerose società, fra le quali la nostra, una parte della popolazione è condannata a sottovivere. Ma la maggior parte vive alternando il sopravvivere e il vivere. ben vivere subire costrizioni, obblighi? In questo caso, non è forse vivere in modo prosaico, cioè senza piacere, gioie, soddisfazioni, mentre vivere in modo poetico sarebbe fiorire nella pienezza, nella comunione, nell amore, nella gioia? E non siamo forse noi condannati ad alternare il prosaico e il poetico nelle nostre vite? I nostri momenti di pienezza non sono forse quelli nei quali ci sentiamo essere bene ( tre bien)? Essere bene e ben-essere sono allora sinonimi: noi siamo in una condizione di ben-essere vicino a una persona amata, in una commensalità amicale, dopo una buona azione, immersi in un bel paesaggio. Ma il termine ben-essere si è degradato identificandosi con le comodità materiali e con le facilitazioni tecniche prodotte dalla nostra civiltà. il ben-essere delle poltrone relax, dei telecomandi, delle vacanze polinesiane, del denaro sempre disponibile. La crescita delle cifre del PIL, dei consumi domestici, degli indici di soddisfazione dei consumatori indica la crescita di questo benessere, ma ignora che un mal-essere psichico e morale si sviluppa nella crescita del benessere materiale. la lezione della gioventù californiana, che negli anni Sessanta è fuggita dal ben-essere delle famiglie più ricche del mondo per vivere in comunità frugali e cercare l intensità del vivere nell estasi dei concerti rock, delle erbe e delle droghe. E oggi è la via della sobrietà felice che indica Pierre Rabhi. In effetti, il ben-essere occidentale si identifica con il molto avere, mentre c è un opposizione, spesso sottolineata, fra essere e avere. La nozione di buen vivir o ben vivere ingloba tutti gli aspetti positivi del ben-essere occidentale, ne rifiuta gli aspetti negativi che provocano mal-essere, e apre la via a una ricerca del ben vivere, che comporta aspetti psicologici, morali, di solidarietà, di convivialità. Dunque bisognerebbe introdurre nella preoccupazione pedagogica il vivere bene, il saper-vivere , l arte di vivere e ciò diviene sempre più necessario nel degrado della qualità della vita sotto il regno del calcolo e della quantità, nella burocratizzazione dei costumi, nei progresunità 11 | Pensiero della complessità ed ecologia sociale | 365

I colori della Pedagogia - volume 3
I colori della Pedagogia - volume 3
L’educazione dall’Ottocento a oggi - Quinto anno del liceo delle Scienze umane