Il contributo di Jerome Bruner al crocevia tra psicologia

3.2 IL CONTRIBUTO DI JEROME BRUNER AL CROCEVIA TRA PSICOLOGIA COGNITIVA E PSICOLOGIA CULTURALE | In alternativa al comporta- Lo psicologo statunitense Jerome Bruner. psicologia culturale: corrente della psicologia che studia l influenza della cultura sul modo di pensare e agire dell essere umano. mentismo, intorno agli anni Cinquanta del Novecento, negli Stati Uniti, inizia a farsi strada il cognitivismo, una corrente psicologica che studia i processi cognitivi e considera la mente come un sistema che raccoglie informazioni dalla realtà esterna e le elabora, producendo conoscenza. In essa si situano gli studi di autori come Jerome Bruner (1915-2016) e Howard Gardner (n. 1943). Le ricerche di Bruner, che spaziano tra psicologia cognitiva e psicologia culturale, hanno rappresentato un importante novità non solo per la psicologia ma anche per la didattica statunitense, che all epoca era dominata dall attivismo di matrice deweyana | UNIT 2, p. 57|. Con un interpretazione forse troppo parziale delle sue opere, Bruner rimproverava a Dewey di aver posto l accento più sul fare che sul conoscere e di non aver valorizzato il ruolo specifico della scuola all interno della società. La sua divergenza da questa impostazione viene formalizzata nel libro Dopo Dewey. Il processo di apprendimento nelle due culture (1961), che raccoglie i risultati di un convegno tenutosi a Woods Hole (Usa) nel 1959, presieduto dallo stesso Bruner e finalizzato alla rielaborazione dei programmi didattici per le scuole secondarie. Le prime ricerche di Bruner interloquiscono soprattutto con gli studi di Piaget e si rivolgono allo sviluppo intellettuale del bambino, in relazione al quale l autore attribuisce un ruolo centrale alla rappresentazione, ovvero il processo attraverso cui le esperienze vengono riprodotte nella mente. La rappresentazione si compie in un primo momento attraverso la manipolazione e l azione del corpo; quindi attraverso l organizzazione percettiva e le immagini; infine attraverso il linguaggio e i simboli astratti. Questi tre linguaggi cognitivi, che Bruner chiama rispettivamente attivo, iconico e simbolico, emergono in momenti diversi della crescita ma nessuno soppianta l altro, per cui sono presenti tutti e tre nell adulto. Secondo l autore, è possibile insegnare un qualsiasi argomento a ogni bambino in tutte le età, purché lo si faccia in modo adeguato e utile al momento dello sviluppo in cui si trova. Per Bruner, inoltre, l insegnamento deve fare leva sull interesse e la motivazione, perché la conoscenza si acquisisce in modo più profondo e duraturo se viene scoperta attraverso i propri sforzi cognitivi. In questa concezione, l insegnante è una guida, che deve aiutare i discenti a imparare autonomamente. Lo scopo dell insegnamento, inoltre, deve essere la profondità e non l ampiezza; pertanto l autore propone di organizzare i contenuti didattici attraverso un curriculum a spirale, cioè con un percorso di apprendimento che inizia con una descrizione intuitiva di un campo della conoscenza, per poi tornare sullo stesso in modo via via più complesso e formale. Esso permette di consolidare delle competenze, ovvero delle conoscenze-in-azione, che si manifestano in modo efficace e versatile nei diversi contesti. Nella teoria dell istruzione di Bruner un altro concetto fondamentale è quello di struttura, che si riferisce sia alle 138 | SEZIONE 1 | Tra Ottocento e Novecento: le fondamenta della pedagogia contemporanea |

I colori della Pedagogia - volume 3
I colori della Pedagogia - volume 3
L’educazione dall’Ottocento a oggi - Quinto anno del liceo delle Scienze umane