▶ Sottrazione d’acqua
La maggior parte degli alimenti contiene acqua. In genere, più un alimento contiene acqua, più costituisce un terreno favorevole per lo sviluppo di microrganismi e dunque è soggetto a rapido deperimento; al contrario, gli alimenti secchi, come i biscotti, se custoditi al riparo dall’umidità, si conservano molto a lungo. Ai fini della conservazione alimentare, è bene ricordare che i microrganismi non possono sfruttare per il loro sviluppo la frazione legata dell’acqua, cioè l’insieme delle molecole di H2O che avvolgono le sostanze nutritive. Solo la frazione non legata dell’acqua, o acqua libera, è utilizzabile dai microrganismi: e proprio su questa frazione agiscono i più tradizionali fra i metodi di conservazione basati sulla sottrazione di acqua.
Come noto, il valore che determina il grado di acqua libera è 1 (acqua pura al 100%). I batteri trovano condizioni ideali in alimenti contenenti molta acqua libera (Aw > 0,9), mentre per le muffe sono sufficienti quantità minori (Aw > 0,6). Ciò spiega come mai sulle marmellate, che contengono in massima parte acqua legata agli zuccheri, crescono più facilmente le muffe rispetto ai batteri. Per lo stesso motivo né le muffe né i batteri riescono a crescere sulla superficie dello zucchero in cristalli.
Esistono diverse tecniche industriali per privare gli alimenti di acqua: le principali sono concentrazione, essiccamento e liofilizzazione. Tutte assicurano una perdita contenuta dei nutrienti. Possono avere costi assai elevati, ma garantiscono anche buoni profitti, in quanto riducono peso e volume dei prodotti favorendone la commerciabilità e conferiscono loro una shelf-life molto lunga a temperatura ambiente.