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Le organizzazioni sportive devono inoltre, con azioni rivolte ai giovani: 1. garantire che le strutture agonistiche riconoscano le esigenze speciali del giovane e del bambino che cresce, e che consentano livelli graduali di partecipazione, dal livello ricreativo a quello altamente agonistico; 2. sostenere la modifica dei regolamenti perché rispettino i bisogni particolari dei giovani e perché l enfasi venga posta sul fair play, oltre che sul successo agonistico; 3. garantire azioni di salvaguardia, in un contesto di sostegno e protezione verso bambini, giovani e donne, sia per proteggere tali persone da molestie sessuali e abusi, sia per prevenire lo sfruttamento di bambini, particolarmente quelli che dimostrano attitudini precoci; 4. garantire che tutti i membri dell organizzazione con responsabilità verso bambini e giovani siano ben qualificati per guidare, formare, educare e allenare queste fasce d età e, in particolare, che capiscano i cambiamenti biologici e psicologici implicati nel processo di maturazione dei bambini. Singole persone Le singole persone hanno le seguenti responsabilità a livello di comportamento personale: 1. avere un comportamento esemplare che costituisca un modello positivo per i bambini e i giovani; 2. non premiare in alcun modo i comportamenti sleali né adottarli personalmente né chiudere gli occhi su quelli di altri; 3. applicare sanzioni appropriate contro ogni comportamento sleale; 4. garantire che il proprio livello di formazione e di qualificazione sia adatto ai bisogni dei bambini in funzione dei diversi livelli di impegno sportivo. Inoltre, a livello delle azioni verso i giovani, è necessario: 1. garantire che la salute, la sicurezza e il benessere dei bambini o dei giovani atleti vengano prima di ogni altra considerazione, come ad esempio il successo anche per interposta persona o la reputazione della scuola, della società sportiva, dell allenatore o del genitore; 2. far vivere ai bambini un esperienza di sport che li incoraggi a partecipare per tutta la vita a una sana attività fisica; 3. evitare di trattare i bambini semplicisticamente come piccoli adulti, ma anzi essere coscienti delle trasformazioni fisiche e psicologiche che intervengono nella maturazione giovanile e di come questi cambiamenti influiscono sulla prestazione sportiva; 4. evitare di imporre a un bambino aspettative sproporzionate alle sue possibilità; 5. mettere in risalto il piacere e la soddisfazione di fare sport, e non esercitare pressioni indebite contrarie al diritto del bambino di scegliere liberamente sulla sua partecipazione; 6. dedicare un interesse uguale ai giovani con maggiore o minore talento; sottolineare e premiare, oltre che i successi agonistici più evidenti, il progresso individuale e l acquisizione di capacità personali; 7. incoraggiare i più piccoli a elaborare propri giochi con proprie regole, ad assumere il ruolo di allenatore, giudice di gara e arbitro oltre che quello di partecipante; a elaborare propri incentivi e sanzioni per il fair play o per atti di slealtà, ad assumersi la responsabilità personale delle proprie azioni; 8. fornire ai giovani e alle loro famiglie la maggiore informazione possibile sui rischi e sui benefici potenziali relativi al raggiungimento di elevate prestazioni sportive. (tratto da Codice europeo di etica sportiva, Conferenza di Rodi, 13-15 maggio 1992) leggi e rispondi Cerca su Internet un esempio celebre di fair play sportivo e fanne un breve resoconto. 1 Lo sport a scuola S11

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Corso di Scienze motorie e sportive