I colori della Pedagogia - volume 3

riscontra anche nella scelta del materiale didattico. Prendendo le distanze sia dal pedagogista tedesco Friedrich Fr bel (1782-1852) sia da Maria Montessori, infatti, le sorelle Agazzi respingono l idea di un ambiente educativo preordinato dall insegnante, con materiali scientifici appositi. Ritengono, invece, che esso debba essere costruito e organizzato in collaborazione con i bambini e, in accordo con questa concezione, attribuiscono un importanza fondamentale al cosiddetto museo didattico, uno spazio composto e continuamente arricchito con tutte quelle «cianfrusaglie oggetti spesso molto semplici e umili ma ugualmente interessanti per forma, dimensioni, colore, peso, qualità che i bambini trovano e adattano per i propri giochi e le proprie piccole attività lavorative e che permettono di indirizzare e approfondire il processo conoscitivo. In Come intendo il museo didattico, Rosa Agazzi ne approfondisce le finalità educative: Saper fare buon uso del museo [ ] vuol dire saper sfruttare cose ed immagini affinché divengano stimolo alla curiosità del bambino. Intendiamoci, non la curiosità superficiale che si ferma ad ammirare le qualità esteriori, bensì una curiosità che è ricerca della vita delle cose, perciò ginnastica di osservazione, suscitatrice di confronti, di giudizi, associazioni di idee. Ora è difetto comune nella scuola presentare e considerare le cose soltanto nella loro perfezione. Di ordinario non si può concepire l idea di museo scolastico se non raffigurandosi un complesso di oggetti belli, nuovi, appariscenti, soprattutto costosi. Credere di giovare all educando presentandogli sempre cose perfette è pregiudizio, è nascondergli la realtà della vita, è fargli ignorare che la fine è condizione inevitabile di tutto ciò che lo circonda. Sappia il fanciullo che l uomo inventa le cose per giovare a sé e agli altri; e che le cose, dopo aver dato alla vita dell uomo tutto il contributo della loro utilità, subiscono alterazioni di colore, di materia, di forma; talvolta è l uso che le deteriora, talvolta il tempo, ma spesse volte la stupida ignoranza di chi non sa trarne civile profitto. Quest ultima considerazione, tutt altro che trascurabile, può divenire uno dei capisaldi nelle finalità di un museo preparato a scopo di educazione. R. Agazzi, Come intendo il museo didattico, in F. Altea, Il metodo di Rosa e Carolina Agazzi. Un valore educativo intatto nel tempo, Armando, Roma 2011, pp. 96-97. Questo non vuol dire che l ambiente concepito dalle Agazzi fosse confusionario. Al contrario, un aspetto fondamentale della loro concezione pedagogica è proprio l idea di ordine, su cui si basa l utilizzo dei contrassegni , cioè di immagini che identificano gli oggetti. Le immagini offrono ai bambini di età pre-scolare un duplice vantaggio, rispetto ai numeri e alle parole: li orientano nel riposizionamento degli oggetti e possono facilitare l apprendimento linguistico attraverso esercizi di pronuncia e memorizzazione. L ambiente, dunque, svolge una funzione educativa fondamentale, in quanto mira a valorizzare, indirizzare e sviluppare le inclinazioni spontanee dei bambini. unità 2 | Attivismo pedagogico e scuole nuove | 35

I colori della Pedagogia - volume 3
I colori della Pedagogia - volume 3
L’educazione dall’Ottocento a oggi - Quinto anno del liceo delle Scienze umane