APPROFONDIAMO - La società della conoscenza

APPROFONDIAMO LA SOCIET DELLA CONOSCENZA La parola conoscenza , insieme a complessità e globalizzazione , è molto usata, sia nella letteratura scientifica sia in ambito politico, per descrivere le caratteristiche della società contemporanea e, allo stesso tempo, le sfide alle quali è chiamata a rispondere. La pervasività della conoscenza in tutte le sfere della vita sociale (economia, lavoro, concentrazione e distribuzione della ricchezza e del potere e così via) presenta luci e ombre, che la rendono una risorsa importante per la realizzazione del soggetto ma anche un fattore di esclusione. La pedagogista Aureliana Alberici (n. 1941) individua quattro diverse interpretazioni del concetto di società della conoscenza, la quale, pertanto, a seconda delle linee di pensiero, si configura come: un progetto di società connotato da una forte carica ideologica e, quindi, dalla fiducia rispetto alla possibilità dell educazione di favorire la crescita personale e la coesione sociale; una società del rischio. L espansione delle oppor- tunità, determinata dalla diffusione delle nuove tecnologie dell informazione e della comunicazione e dalla contrazione delle distanze, infatti, si accompagna a un aumento dell incertezza e della paura, perché, per esempio, aumenta la sfiducia nei confronti delle informazioni da cui siamo bersagliati oggigiorno e, allo stesso tempo, nuove forme di devianza e criminalità emergono proprio nell universo digitale; una società dei consumi, in cui le informazioni sono merci alla stregua di molte altre. Esse circolano in modo capillare e accelerato, ma sono soggette a rapido invecchiamento, sono controllate da oligarchie globali e finalizzate a soddisfare bisogni indotti, piuttosto che a perseguire finalità educative; una società riflessiva, ovvero una società in cui, per fronteggiare un cambiamento costante e repentino, è imprescindibile imparare a riflettere costantemente su se stessi e sulla realtà. 2.2 LA CENTRALIT EDUCATIVA DEL TERRITORIO | Il rapporto Unesco del 1972 ha rappresentato una svolta copernicana, non solo perché ha affermato che l educazione è un processo che dura tutta la vita, ma anche perché ha riconosciuto che essa si compie in ogni luogo, quindi ben oltre i contesti deputati all istruzione (lifelong lifewide learning o lifelong lifewide education). In Italia, a questo proposito, si distinguono l educazione scolastica e l educazione extrascolastica, che evidenziano la centralità educativa del territorio, oppure, in termini più complessivi: l educazione formale, ovvero l insieme di percorsi strutturati che danno accesso a un titolo di studio; la si riceve attraverso la scuola, l università e la formazione professionale; l educazione non formale, e cioè le attività complementari, organizzate secondo specifiche finalità educative, offerte sia dal settore pubblico sia da quello privato (quali associazioni, cooperative, fondazioni). L educazione non formale è diventata, nella società del XXI secolo, la via dell offerta formativa che legittima e risponde a tutti i bisogni educativi che l istruzione non riesce a intercettare e soddisfare, in tutte le età e gli ambiti della vita umana. Per l Unesco e nella prospettiva del lifelong lifewide learning, è centrale per lo sviluppo delle persone e delle società sostenibili; 320 | SEZIONE 3 | Tra presente e futuro: le sfide della pedagogia contemporanea |

I colori della Pedagogia - volume 3
I colori della Pedagogia - volume 3
L’educazione dall’Ottocento a oggi - Quinto anno del liceo delle Scienze umane