Dalla lavorazione del latte

Dalla lavorazione del latte

Lo yogurt e il formaggio sono latticini derivati dalla fermentazione e dalla stagionatura di lavorati del latte. Vediamo in breve come sono prodotti e quali sono le loro caratteristiche.

Lo yogurt

Si ottiene da latte vaccino intero, o parzialmente o totalmente scremato, ma si può usare anche latte di pecora, di capra, di bufala o latte vegetale: l’origine andrà scritta sull’etichetta.
Dopo la pastorizzazione, il latte viene raffreddato e addizionato di fermenti lattici: si tratta di batteri delle due specie Streptococcus thermophilus e Lactobacillus delbrueckii varietà bulgaricus, che portano avanti la fermentazione; a temperatura costante, nel giro di 4-9 ore si moltiplicano nutrendosi del lattosio fino a diventare centinaia di milioni per ogni grammo di yogurt. La fermentazione può avvenire nei vasetti destinati alla vendita o in grandi contenitori da cui il prodotto viene estratto per il confezionamento.
Lo yogurt ha tutte le caratteristiche nutrizionali del latte, ma ha una digeribilità maggiore poiché la fermentazione scinde buona parte del lattosio. Inoltre, i fermenti lattici, in grado di integrare la flora batterica intestinale, danno un notevole aiuto alla salute, in particolare di coloro che soffrono di problemi intestinali. L’aggiunta di frutta (in pezzi o in marmellata), di dolcificanti, di cioccolata o di altri aromi, avviene subito prima del confezionamento.
Lo yogurt si conserva 2-3 settimane a 4 °C per mantenere vitali i fermenti lattici. In cucina di solito lo yogurt di latte intero si usa per la sua consistenza cremosa in sostituzione della panna e del burro per rendere più dense le preparazioni dolci e salate, o nelle marinature per ammorbidire i cibi, cui dà un sapore tipicamente acidulo.

Il formaggio

È un alimento con una notevole percentuale di proteine ad alto valore biologico, di importanti sali minerali (come il complesso fosforo-calcio) e di vitamine (come la vitamina D). Inoltre, ha un’azione stimolante sulla secrezione dei succhi gastrici che, in qualche modo, favorisce la digestione: l’abitudine mediterranea di concludere il pasto con il formaggio va ricollegata a questa sua qualità. Per la legge, il “formaggio” è un prodotto ottenuto dal latte intero, da quello parzialmente o totalmente scremato o dalla panna (privi di odori e sapori sgradevoli e provenienti da animali sani), sottoposto alla coagulazione, con eventuale aggiunta di sale o di fermenti lattici. In generale, per produrre 1 kg di formaggio servono circa 11 litri di latte.


La caseificazione

Si chiama così il processo che porta alla produzione del formaggio e che segue una serie di fasi. Vediamo quali sono e in che cosa consistono.

  1. Precipitazione della caseina: nella maggior parte dei casi, l’aggiunta di fermenti lattici impedisce la crescita di microrganismi pericolosi e favorisce alcune fasi successive (la formazione della cagliata e la maturazione).
  2. Aggiunta di caglio: causa l’aggregazione della caseina, che intrappola siero e grassi in un reticolo; la separazione delle proteine dalla parte liquida (siero) fa assumere al latte l’aspetto di una massa gelatinosa la “cagliata”.
  3. Concentrazione della cagliata: si scola il siero, si “rompe la cagliata” e si estrae altro siero.
  4. Cottura (eventuale) della cagliata: questa fase non avviene in tutti i tipi di formaggio e ne determina le differenze qualitative.
  5. Pressatura: la cagliata viene messa nelle forme e, successivamente, sottoposta a salatura a secco o in salamoia.
  6. Stagionatura o maturazione: il passare del tempo in condizioni particolari di temperatura e umidità porta il formaggio ad assumere le sue caratteristiche tipiche.

Classificare i formaggi

I formaggi si classificano secondo vari criteri: vediamo i più importanti.

In base al contenuto di grassi, si distinguono:

  • formaggi grassi, preparati con latte intero, hanno almeno il 42% di grassi;
  • formaggi semigrassi: preparati con latte parzialmente scremato, contengono dal 20% al 40% di grassi;
  • formaggi magri: preparati con latte scremato centrifugato hanno meno del 20% di grassi.
Ricordate: la legge italiana non ammette la denominazione “formaggi magri”.

In base alle caratteristiche strutturali, si distinguono:

  • formaggi a pasta dura pressati e cotti, come il Parmigiano Reggiano o il caciocavallo;
  • formaggi a pasta semidura pressati ma non cotti, come il montasio;
  • formaggi a pasta molle non pressati né cotti, come il gorgonzola.

In base alla temperatura di coagulazione si distinguono:

  • formaggi crudi: con temperatura non superiore a 38 °C;
  • formaggi semicotti: con temperatura compresa fra i 38 °C e i 48 °C;
  • formaggi cotti: con temperatura compresa fra 48 °C e 58 °C.

In base alla stagionatura si distinguono:

  • formaggi stagionati, se prima del consumo ottimale passano almeno 6 mesi;
  • formaggi freschi, se prima del consumo ottimale passano meno di 6 mesi.
I formaggi freschi e quelli stagionati sono molto diversi fra loro: perdere l’acqua durante la stagionatura fa crescere, per unità di peso, l’apporto energetico e la percentuale dei nutrienti in quelli stagionati.

Il formaggio in tavola

Il formaggio si può consumare a sé, come spuntino, secondo piatto o a fine pasto, servito con miele, marmellate e mostarde; può accompagnare le insalate o essere un ingrediente per preparazioni dolci e salate, crude e cotte. Estremamente versatile, si usa per farcire e ricoprire le preparazioni, in salse, crocchette, omelette, in primi e secondi piatti, per la fonduta e come ingrediente di preparazioni dolci (in questo caso si scelgono soprattutto formaggi freschi).

ELENCO DEI PRINCIPALI FORMAGGI DOP

 Denominazione  Latte  Pasta  Regione
Asiago vaccino semidura Trentino-Alto Adige, Veneto
Bitto misto vaccino-caprino semidura Lombardia
Bra misto vaccino-ovino/caprino semidura Piemonte
Caciocavallo Silano vaccino semidura Basilicata, Campania, Calabria, Molise, Puglia
Canestrato Pugliese ovino dura Puglia
Casciotta d’Urbino misto ovino-vaccino semidura Marche
Castelmagno vaccino e a volte ovino/caprino semidura Piemonte
Fiore Sardo ovino dura Sardegna
Fontina vaccino semidura Val d’Aosta
Formai de Mut vaccino semidura Lombardia
Gorgonzola vaccino molle Lombardia, Piemonte
Grana Padano vaccino dura Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto, Trentino-Alto Adige
Montasio vaccino semidura Friuli Venezia Giulia, Veneto
Monte Veronese vaccino semidura Veneto
Mozzarella di Bufala Campana bufalino semidura Campania, Lazio
Murazzano misto ovino-vaccino molle Piemonte
Parmigiano Reggiano vaccino dura Lombardia, Emilia-Romagna
Pecorino Romano ovino dura Toscana, Lazio, Sardegna
Pecorino Sardo ovino dura Sardegna
Pecorino Siciliano ovino dura Sicilia
Pecorino Toscano ovino semidura Lazio, Toscana, Umbria
Provolone Valpadana vaccino semidura Emilia-Romagna, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto
Quartirolo Lombardo vaccino molle Lombardia
Ragusano vaccino semidura Sicilia
Raschera misto vaccino-caprino/ovino semidura Piemonte
Robiola di Roccaverano misto vaccino/ovino-caprino molle Piemonte
Taleggio vaccino molle Lombardia, Piemonte, Veneto
Toma Piemontese vaccino molle Piemonte
Valle d’Aosta Fromadzo misto vaccino-caprino semidura Valle d’Aosta
Valtellina Casera vaccino semidura Lombardia

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