▶ La bomba calorimetrica di Berthelot-Mahler
L’energia chimica, ovvero l’energia contenuta nei legami chimici delle grosse molecole organiche, non è misurabile direttamente, ma è possibile quantificarla ricorrendo alla bomba calorimetrica. In questo dispositivo i nutrienti sono sottoposti a combustione e si trasformano in ceneri, vapore acqueo e soprattutto calore. L’energia termica sprigionata durante la combustione dei nutrienti si trasferisce prima alla scatola di metallo che li contiene, detta camera di combustione, e in seguito all’acqua circostante.
Il campione di cui si vuole misurare il valore energetico, per esempio 1 g di proteine, si posiziona dentro la camera di combustione. In seguito si applica dall’esterno una corrente elettrica che attraversa il campione in modo da attivarne l’accensione, quindi la combustione e infine l’incenerimento. Il calore liberato dalla combustione si trasmette alle sottili pareti di platino (metallo ad alta conducibilità termica) della camera di combustione e da qui all’acqua circostante, in cui un agitatore in lento movimento assicura la distribuzione uniforme del calore. Attraverso un termometro si valuta infine il corrispondente aumento di temperatura.
Quanto più il campione contiene energia, tanto più farà salire la temperatura dell’acqua.
Nella seguente tabella sono elencati alcuni esempi di valori ottenuti bruciando un grammo di sostanza nutritiva con la bomba calorimetrica.
NUTRIENTI |
carboidrati |
proteine |
grassi |
alcol (etanolo) |
KCAL/GRAMMO |
4,1 |
5,6 |
9,5 |
7,1 |
I valori elencati rappresentano l’energia totale contenuta in ciascuna sostanza nutritiva. Tali valori si ottengono appunto quando la combustione è totale e non lascia che ceneri. Nel calorimetro, infatti, si svolge una combustione, il processo chimico in cui i nutrienti sono bruciati completamente e l’ossigeno atmosferico viene consumato e incorporato nei prodotti di reazione, che si riducono così a CO2 e H2O:
nutrienti + O2 → CO2 + H2O + calore
In vivo, cioè nel nostro organismo, l’ossidazione dei principi nutritivi non avviene per combustione, come nel caso della bomba calorimetrica, ma procede per successive ossidazioni parziali. Le proteine, per esempio, non vengono ridotte interamente a CO2 e H2O, ma il processo si arresta a prodotti di rifiuto (urea) che contengono ancora una certa energia, e non vengono ulteriormente degradate ma espulse con le urine. I bilanci energetici dei due processi non sono quindi del tutto equivalenti: la combustione calorimetrica genera più energia dell’ossidazione svolta dall’organismo.
Va infine considerato che per risalire al valore calorico netto, ossia l’apporto energetico effettivamente a disposizione dell’organismo, i dati sperimentali devono essere corretti per il coefficiente di assorbimento dei principi nutritivi. Il cibo introdotto nell’organismo, infatti, non viene sempre assorbito completamente, a causa della presenza delle fibre che riducono sia il tempo di permanenza degli alimenti nell’intestino, sia la capacità di assorbimento da parte dell’organismo. In particolare, la percentuale di assorbimento di carboidrati e lipidi è di circa il 97-98%, per le proteine circa il 90% mentre per l’alcol il 100%. Sulla base di queste considerazioni, si può assumere che, in media, per ogni grammo di nutriente assunto si ottengono i valori calorici riportati nella seguente tabella.
NUTRIENTI |
carboidrati |
proteine |
grassi |
alcol (etanolo) |
KCAL/GRAMMO |
4 |
4 |
9 |
7 |
Valori calorici netti dei macronutrienti.
Il contenuto calorico dei singoli macronutrienti e quello complessivo di alcuni alimenti, assieme ad altri dati numerici relativi al loro profilo nutrizionale, sono stati raccolti, verificati e pubblicati dall’INRAN (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione). Esistono dunque delle tabelle calorimetriche che riportano il contenuto energetico dei più svariati alimenti.
Anche sulle etichette degli alimenti confezionati si trovano delle tabelle nutrizionali contenenti lo stesso tipo di dati (vedi Unità 13, La filiera, le etichette e gli imballaggi), ma in tal caso è l’azienda produttrice a farsi garante delle informazioni riportate.