MITO e civiltà - La donna nell’antica Grecia

Omero UNIT 1 L eroe e la kalokagath a Infatti, sebbene siano impegnati in una guerra sanguinosa, tutti i personaggi dell Iliade, achei e troiani, condividono gli stessi valori. Gli eroi greci e troiani sono giovani, belli e valorosi in battaglia, secondo la concezione antica della kalokagath a (dal greco kal s kai agath s, letteralmente bello e buono ), che prevedeva il connubio tra la bellezza fisica e quella dell animo. Eccezione alla norma è il vile Tersite, che rappresenta l antieroe, descritto da Omero con un insolita dovizia di particolari fisici: ha le gambe storte, è zoppo, calvo e con la testa di forma irregolare. MITO e civiltà La donna nell antica Grecia Gli studiosi oggi sono concordi nel sostenere che, nel mondo greco, la donna aveva una posizione decisamente subalterna rispetto all uomo. A giustificarla era, del resto, la scarsa considerazione di cui godeva il sesso femminile in termini fisici e intellettivi: debole, incapace di sentimenti durevoli, votata solo alla riproduzione, la donna sembrava esaurire la sua funzione all interno delle mura domestiche. La diffidenza verso mogli (e amanti ) induceva a un atteggiamento di sostanziale misoginia, che percorre l intera storia greca, da Omero fino alla fine del mondo antico. Secondo il mito, la creazione della prima donna, Pandora (p. 62), aveva determinato la fine della felicità per gli uomini. Il pericolo maggiore veniva, infatti, dalla sua bellezza, che implicava anche la capacità di seduzione: dobbiamo a un poeta greco ignoto il verso «la donna bella vince ferro e fuoco (Anacreontiche). Demostene, noto oratore vissuto nel IV secolo a.C., afferma che l uomo ateniese poteva avere tre donne: la moglie per garantirsi una discendenza, la concubina per la cura del corpo, l etera per il piacere. L etera (termine che in greco vuol dire compagna ), tuttavia, era una cortigiana che offriva una relazione gratificante anche sotto il profilo intellettuale in quelle occasioni dalle quali erano escluse le mogli, come i banchetti o la conversazione tra amici. In età classica, per esempio, destò scandalo l unione del politico ateniese Pericle con l etera Aspasia, peraltro straniera. La principale discriminazione a danno delle donne era costituita dalla loro totale esclusione da qualsiasi forma di partecipazione politica: era vero cittadino, infatti, solo chi era in grado di difendere la città con le armi, e nel mondo antico era impensabile un esercito con una componente femminile. Tra i più spietati critici del sesso femminile erano anche i filosofi: secondo Aristotele, «il maschio è più adatto al comando della femmina, tolte alcune eccezioni contro natura (Politica I, 5, 1254 b, trad. di R. Laurenti, Laterza, Roma-Bari 1972). Ciò non significa che l antichità greca non abbia avuto grandi donne, destinate a una fama duratura al pari degli uomini: la poetessa Saffo, per esempio, nata sull isola di Lesbo intorno al 612 a.C., è l eccezione che conferma come l assenza delle donne tra i grandi intellettuali non fosse dovuta a una presunta incapacità, bensì alla loro esclusione dalla cultura e dal potere. Jean-Jacques Pradier, Saffo, 1852. 112

La luce del futuro - volume C
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Epica