I colori dell’Antropologia

o definizioni astratte, afferrabili come tali solo da un pensiero che è stato influenzato dalla scrittura. Goody sostiene che la scrittura, laddove si è diffusa, ha agito come una specie di «domesticamento del pensiero : essa consente di riflettere in modo sistematico su parole e frasi fissate in un testo scritto, e ciò paradossalmente comporta l aumento della possibilità di immaginare delle alternative a quanto viene affermato nel testo stesso. La possibilità di rileggere più volte un testo scritto sviluppa infatti la capacità di immaginare altri modi e parole per dire la stessa cosa o per dire cose completamente differenti. Questa flessibilità si riduce molto se la scrittura è considerata sacra: in questo caso il testo diventa indiscutibile. ESEMPIO: il Corano, il libro sacro dell Islam | UNIT 9, p. 373|, è considerato parola di Dio , non un testo semplicemente ispirato da Dio. Il Corano deriva da una riforma del califfo Othman alla metà del VII secolo, quando un gruppo di eruditi e uomini di religione stabilì quali parti del testo si sarebbero dovute considerare autentiche: ciononostante il Corano resta parola di Dio, interpretabile, ma non discutibile. | T4 Conservare e tramandare un patrimonio di conoscenze | Le culture a oralità Una storia hasidim p. 254 primaria e diffusa presentano dunque tecniche altamente elaborate di conservazione della memoria e di trasmissione del sapere. Come ha evidenziato lo studioso statunitense Walter J. Ong (1912-2003), nel celebre volume Oralità e scrittura (1982), queste tecniche consentono di pensare per moduli mnemonici che assicurano un rapido recupero orale, come proverbi e ripetizioni. ESEMPIO: l epopea di Gilgame , scritta in cuneiforme fra il 2600 e il 2500 a.C. è una splendida narrazione poetica delle gesta eroiche di Gilgame , re sumerico di Uruk, in Mesopotamia, composta da forme tipiche della poesia orale, come la ripetizione, parola per parola, di passi lunghi, descrittivi o di dialogo, intese a facilitare la recitazione. Non sappiamo per quanto tempo il poema sia stato recitato, ma il fatto che quei passi si siano conservati, secondo Ong, fa pensare che per un certo periodo la tradizione orale si sia mantenuta parallela a quella scritta. Studiando il rapporto fra oralità e scrittura, il linguista statunitense Milman Parry (1902-1935) rivoluzionò negli anni Venti del Novecento gli studi su Omero. Secondo Parry, l Iliade e l Odissea nacquero in una cultura orale, in una società che non conosceva ancora la scrittura. Egli analizzò le cosiddette formule dei poemi omerici: gruppi di due o più parole, come la formula nome più epiteto ( Il pelide Achille ), che si ripetono immutati o con minime variazioni per adeguarsi al racconto o alla metrica, riferiti a temi ricorrenti come l eroe, la battaglia o lo scudo dell eroe. Queste formule consentivano ai rapsodi, i cantori professionisti dell antica Grecia, di imparare più facilmente i versi a memoria. Legando insieme le varie formule, erano in grado di recitare l intero poema ogni volta con pochissime variazioni. Gli studi di Parry misero fortemente in dubbio l esistenza stessa di Omero, | T5 Gilgame piange per la morte dell amico Enkidu p. 256 238 | UNIT 6 |

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I colori dell’Antropologia
Secondo biennio e quinto anno del liceo delle Scienze umane