APPROFONDIAMO - Il silenzio

APPROFONDIAMO IL SILENZIO Sul finire dell Ottocento, il poeta austriaco di origine boema Rainer Maria Rilke (1875-1926) scrisse: «Io temo tanto le parole degli uomini. Dicono tutto sempre così chiaro: questo si chiama cane e quello casa, e qui è l inizio e là è la fine. [ ] Vorrei ammonirli, fermarli: state lontani. A me piace sentire le cose cantare. Voi le toccate: diventano rigide e mute. Voi mi uccidete le cose . Il poeta ci dice che, nonostante la fondamentale importanza del linguaggio, non tutto quello che ci capita e che proviamo si può esprimere attraverso l uso delle parole. Molte esperienze importanti sono indicibili, ma non per questo incomunicabili. Sono infatti possibili eventi comunicativi efficaci anche laddove la parola è assente. L antropologa americana Barbara Miller (n. 1970) ha sottolineato il valore del silenzio come forma di comunicazione non verbale. In alcuni contesti culturali il silenzio è un segno distintivo di potere. Nei tribunali degli Stati Uniti, per esempio, gli avvocati parlano molto, ed è il giudice, che parla raramente, ad avere più potere decisionale. Ma chi ha più potere di tutti fra le varie componenti del processo è la corte, che mantiene sempre il silenzio. Il silenzio indica talvolta anche uno status sociale. Per esempio, le ricerche dell antropologa britannica Caroline Humphrey (n. 1943) nelle zone rurali della Siberia alla metà degli anni Settanta del Novecento hanno mostrato che, in un contesto familiare, le nuore parlano di rado avendo lo status più basso tra i membri delle famiglie. L antropologo americano Keith Basso (1940-2013) ha studiato a lungo le comunità native dell Arizona, gli Apache occidentali, ritenuti spesso silenziosi per carenze emotive o intellettive. Le ricerche di Basso mostrano al contrario che il silenzio è utilizzato in modo attento e in occasioni diverse: per esempio, quando un apache incontra uno straniero, alle fiere o nei rodei. Nella cultura nativa, rivolgere subito la parola a chi non si conosce è segno di un comportamento maleducato; oppure nelle prime fasi del corteggiamento, quando il comportamento corretto consiste nel sedere in silenzio tenendosi per mano per alcune ore. Parlare troppo presto esprimerebbe invadenza e desiderio sessuale. Un apache in genere rimane in silenzio anche quando è insultato, specialmente durante le feste in cui si consumano bevande alcoliche. L efficacia comunicativa del silenzio si associa spesso al linguaggio del corpo. In tutte le culture gli esseri umani usano i movimenti degli occhi, la postura, il modo di camminare, di sedersi, l acconciatura dei capelli, gli accessori come abiti, scarpe e gioielli, per esprimere significati sociali legati al genere, alla professione, alla ricchezza o alle emozioni. Il silenzio può rappresentare una caratteristica culturale di un popolo. Gli Apache dell Arizona, per esempio, in determinate circostanze non parlano o non rispondono come segno di buon costume: la loro forza espressiva risiede piuttosto nell abbigliamento e negli accessori indossati. 220 | UNIT 6 |

I colori dell’Antropologia
I colori dell’Antropologia
Secondo biennio e quinto anno del liceo delle Scienze umane