Le famiglie linguistiche

La fabbricazione di utensili e la fabbricazione di simboli si possono quindi concepire come operazioni originate nello stesso periodo: «Esiste la possibilità di un linguaggio a partire dal momento in cui la preistoria ci tramanda degli utensili, perché utensile e linguaggio sono collegati neurologicamente e perché l uno non è dissociabile dall altro nella struttura sociale dell umanità . Anche gli studi sull evoluzione del linguaggio confermano la presenza costante di una profonda interazione fra biologia e cultura, due dimensioni dell essere umano che non si possono porre in semplice successione stratigrafica | UNIT 1, p. 21|. 1.3 LE FAMIGLIE LINGUISTICHE | Nella seconda metà del Uno dei primi utensili preistorici, risalenti al Paleolitico, è l amigdala bifacciale. Oggi sappiamo che il momento in cui l uomo ha iniziato a usare la parola ha coinciso con l invenzione e l utilizzo di strumenti. indù: come sostantivo indica gli abitanti non musulmani dell India e seguaci dell induismo; come aggettivo VLJQLfiFD UHODWLYR agli Indù o all induismo. idioma: lingua propria di una comunità o nazione. In senso più tecnico, limitato ad alcuni linguisti, insieme di più sistemi in uso presso una stessa comunità. Settecento, il giurista inglese William Jones (1746-1794), che prestava servizio in India presso il tribunale di Calcutta, ebbe modo di constatare una serie di notevoli somiglianze fra il sanscrito (la lingua sacra degli indù), il latino, il greco, il celtico e il gotico (il tedesco arcaico); queste lingue, per quanto assai diverse tra loro, presentavano affinità molto forti nelle radici dei verbi e nelle forme grammaticali. Tale constatazione condusse Jones a ipotizzare l esistenza di famiglie linguistiche; le somiglianze potevano essere spiegate dal fatto che lingue diverse discendevano dal medesimo idioma, e che si fossero poi modificate gradualmente in modo separato nel corso di migliaia di anni. Studiandone le ricorrenze comuni, altri studiosi arrivarono a sostenere che tutte le lingue estinte e parlate erano riconducibili a più grandi superfamiglie, derivate a loro volta da una origine comune. La lingua originaria viene definita protolingua: per esempio l italiano, il francese e lo spagnolo sono lingue figlie del latino, protolingua comune; il tedesco, l inglese, l olandese, e le lingue scandinave sono invece lingue figlie del protogermanico. Il latino e il protogermanico appartengono entrambe alla famiglia indoeuropea. Attualmente si possono individuare superfamiglie di lingue africane, asiatiche, polinesiane e amerindiane, a loro volta distinguibili in tante sottofamiglie. Il dibattito è aperto e non tutti i linguisti concordano sul fatto che le superfamiglie siano a loro volta derivabili da un ipotetico ceppo originario comune. L insieme di questi studi, di fondamentale importanza per l antropologia, dimostra che ogni lingua è dinamica: si modifica nel corso del tempo, si evolve e si diffonde, si scinde in sottogruppi linguistici diversi. I dialetti di una singola lingua originaria possono a loro volta diventare lingue vere e proprie. Non è detto però che i gruppi sociali che parlano lingue derivanti dalla stessa protolingua siano più simili fra loro dal punto di vista culturale rispetto a gruppi i cui idiomi derivano da protolingue diverse; può capitare che comunità i cui membri parlano lingue non correlate siano entrate storicamente | Linguaggi e forme espressive | 221

I colori dell’Antropologia
I colori dell’Antropologia
Secondo biennio e quinto anno del liceo delle Scienze umane