PASSATO e presente - I miti moderni

Alle radici della civiltà: il mito e l epica PASSATO e presente I miti moderni Quando l uomo ha smesso di credere alla verità dei racconti poetici sull origine del mondo e delle istituzioni umane? In realtà, già gli antichi Greci e Romani cominciarono a nutrire dubbi sulla verosimiglianza del loro repertorio mitologico, al quale non seppero però mai rinunciare dal tutto, anche quando l avvento del cristianesimo e l irrompere di popoli stranieri alla fine del mondo antico determinarono un radicale cambiamento di prospettive. La mitologia, messa in crisi dalla nascita della filosofia moderna e del razionalismo, sopravvisse nel mondo dell arte e della cultura, come un universo di storie, una sorta di impronta digitale della civiltà classica. 1869 (il Tommaseo-Bellini) con una doppia accezione: una relativa ai racconti degli antichi, una seconda invece riferita a qualunque cosa della quale si parla come se esistente, benché sia frutto dell immaginazione. Si stava imponendo così il significato arrivato fino a oggi, per il quale mito può indicare anche una persona eccezionale, che vive ai confini tra la realtà e la nostra fantasia. Ma siamo sicuri che il linguaggio sacrale e simbolico del mito sia del tutto superato? La modernità del concetto di mito non si esaurisce certo nell uso più recente del termine. Spesso nella storia c è stato il bisogno di inventare di sana pianta delle tradizioni, veri e propri miti moderni con pretesa di antichità utili a legittimare nuove situazioni politiche, religiose e sociali. Spesso personaggi o imperi emersi dal nulla avvertono la necessità di costruire il proprio prestigio utilizzando storie mitiche ispirate all antichità. Basti pensare a quante città più recenti si sono fregiate del titolo di nuova Roma, desiderose di emulare la potenza e il prestigio della capitale dell impero romano e di riallacciarsi a una tradizione molto più antica: Costantinopoli e Mosca ne sono un esempio. dedicato a questo tema un celebre saggio degli storici Eric Hobsbawm e Terence Ranger, L invenzione della tradizione (1983), che porta allo scoperto molte storie ritenute antiche e che invece risultano recenti o del tutto inventate allo scopo di legittimare aspetti della vita sociale, usanze o scelte politiche. Il prestigio conferito da un passato mitico, dunque, è anche un arma culturale, un qualcosa di cui all occorrenza vantarsi, spesso più potente di un esercito. Roberto Cuoghi, Pazuzu, 2008. Nel Settecento, in un contesto segnato da una sensibilità non a caso definita neoclassica , il mito venne generalmente percepito da poeti, filosofi e intellettuali come un meraviglioso serbatoio di racconti, a cui attingere a piene mani per trasmettere un ideale di armonia, bellezza e perfezione formale. Ma anche durante il Romanticismo il fascino del mito non venne meno: il poeta Giacomo Leopardi, per esempio, dedicò la canzone Alla primavera o delle favole antiche alla felicità dei Greci. Nella prima fase della sua parabola intellettuale, egli credeva che in virtù del linguaggio mitico gli antichi fossero ancora capaci di una simbiosi felice con la natura, alla quale guardavano con un sentimento ingenuo e poetico venuto meno ai moderni. Durante tutto l Ottocento la mitologia greca e latina è oggetto di studi approfonditi: la stessa parola mito estende i propri significati e si connota anche in modo metaforico. Diventata di uso comune alla metà del secolo, viene segnalata in un noto vocabolario italiano del Una scena del film d animazione Hercules (1997). 13

La luce del futuro - volume C
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Epica