Le opere

IN BREVE Si apre in tal modo una fase nuova: nel 1945 va in scena Napoli milionaria! e l anno dopo è la volta di Filumena Marturano, con un interpretazione di Titina che addirittura riceve le lodi pubbliche del papa. Sono anni che portano Eduardo alla ribalta internazionale e a una popolarità inusuale per un letterato, a cui contribuisce la trasmissione televisiva delle sue commedie. I riconoscimenti alla sua attività non si contano: a suggello della sua lunghissima carriera, gli vengono conferite le lauree honoris causa nel 1977 dall Università di Birmigham e, nel 1980, da quella di Roma. Due anni dopo viene nominato senatore a vita dal presidente della Repubblica Sandro Pertini. Muore a Roma nel 1984. | LE OPERE | De Filippo si inserisce nella tradizione del teatro dialettale napoletano introducendo però tratti nuovi e originali. Abbandonata la comicità banale e improvvisata, il suo è un riso amaro: dietro a scene divertenti e a battute di spirito, emergono le contraddizioni e i drammi della contemporaneità. Approfondisci LETTURA CRITICA di Giorgio Taffon Con amaro umorismo Eduardo mette in scena tutte le problematiche dell epoca. Tuttavia, nonostante la fredda lucidità con cui analizza i limiti della società contemporanea, egli non nega la possibilità di una salvezza. Il primo capolavoro: Natale in casa Cupiello Formatosi sul terreno della tradizione del teatro dialettale napoletano (quello delle farse, delle maschere come Pulcinella e delle sceneggiate), De Filippo intraprende da subito un percorso originale, che libera quella produzione da lazzi e gag ormai convenzionali, oltre che dalle improvvisazioni gratuite e dalla comicità facile degli attori. Il primo testo che consente di apprezzare il carattere problematico della comicità di Eduardo è Natale in casa Cupiello, scritto nel 1931: un atto unico, destinato più tardi a diventare commedia in tre atti. Protagonisti sono i Cupiello, una classica famiglia napoletana piccolo borghese: il padre incarna la tradizione, simboleggiata dal presepe, a cui egli è tenacemente attaccato; la madre è il vero e proprio perno della famiglia, e custode della sua armonia; i figli sono Nennillo, uno sbandato in cerca di occupazione, e Ninuccia, che ha fatto un buon matrimonio ben presto franato. La famiglia si riunisce per la cena della vigilia di Natale, che si trasforma in tragedia per la presenza casuale dell amante di Ninuccia. Non c è più spazio per le battute tipiche del mondo del varietà e dell avanspettacolo, che pure Eduardo conosceva bene. La sua è una comicità amara, un umorismo che evidenzia la tragedia di una situazione apparentemente divertente. L influenza di Pirandello accentua ulteriormente questa tendenza a osservare le contraddizioni della realtà, ad approfondire la psicologia dei personaggi, senza tuttavia abbandonare un innata pulsione a condividere schiettamente le passioni e le sofferenze di quella variegata umanità che egli porta in scena. I successi del dopoguerra I grandi capolavori di Eduardo maturano nell immediato periodo postbellico, dopo la rottura con Peppino. Nel 1945 viene rappresentata Napoli milionaria!, uno spaccato della realtà popolare partenopea attraverso le vicende di una famiglia travolta dalla guerra nei valori e nei rapporti umani; l anno successivo Questi fantasmi mostra l intreccio ambiguo ed esilarante, di ispirazione pirandelliana, di un triangolo tra marito, moglie e l amante di lei; sempre del 1946 Filumena Marturano presenta una straordinaria figura femminile, madre e prostituta, con i suoi tre figli, l operaio, il commerciante, l intellettuale, che sembrano simboleggiare altrettante classi sociali dell Italia del tempo. La produzione di Eduardo si protrae fino alla fine degli anni Settanta, toccando i grandi temi della contemporaneità, dalle nevrosi della vita familiare all incomunicabilità tra gli individui, dalla solitudine che avvolge le esistenze alla solidarietà e agli affetti che, nonostante tutto, sopravvivono agli ostacoli della vita e offrono uno squarcio di speranza. Il pessimismo e il sorriso di scherno con cui Eduardo interpreta le cose del mondo non lo inducono tuttavia alla disperazione, come se il rimedio di un imprevedibile salvezza fosse sempre possibile. In questo sta forse la traccia più profonda della napoletanità di Eduardo, una napoletanità che il dialetto parlato dai suoi personaggi arricchisce ulteriormente di sofferta autenticità. 840 / IL SECONDO NOVECENTO E GLI ANNI DUEMILA

Classe di letteratura - volume 3B
Classe di letteratura - volume 3B
Dalla Prima guerra mondiale a oggi