Classe di letteratura - volume 3B

35 40 45 50 55 60 65 adulti il cui dolore è impietrito e senza scampo. A vederlo piangere così, la testa ripiegata tra le braccia e agitata da sussulti, ci vinceva lo stesso angoscioso disagio che si prova a veder piangere un uomo. La mattina dopo, sapemmo la causa di tutto questo: il compagno infatti non venne a scuola perché sua madre, malata da qualche giorno, era morta quella notte. Sapemmo pure che sua madre era proprio quella popolana che soleva aspettarlo all uscita; certo lui si vergognava della sua povertà, e per questo aveva finto ch ella fosse la sua serva. Tale spregevole commedia eccitò il nostro disprezzo contro il compagno; ma, poiché lui cessò di frequentare la scuola, gli altri scolari non poterono vendicarsi. La vendetta fu riservata a me. Il compagno, già da prima orfano di padre, non avendo altri parenti, fu raccolto per carità da uno zio bottegaio che lo mise in bottega come garzone. Non erano passati molti mesi da che aveva lasciato la scuola quando io, entrato per caso in quella bottega, lo ritrovai. Uscivo appunto dalla lezione e avevo i miei libri sotto il braccio. Egli portava un abitino troppo stretto e troppo corto; e sulle spalle piuttosto esili il suo viso infantile era così bello che, mio malgrado, mi venne fatto di chiamarlo fra me come prima: Arcangelo. Guardandomi, ebbe il sorrisetto sforzato di un fanciullo percosso che, per non darvi soddisfazione, fa finta di nulla. Ma vedendomi freddo e silenzioso al di qua del banco, forse indovinò lo sdegno che io, come tutti gli altri ragazzi, sentivo per lui. Le sue pupille si accesero di superbia, il suo sorriso diventò vittorioso e sprezzante, e, a bassa voce, mi disse: «Sgobbone. Non so chi formò per me la frase della risposta, e la portò alle mie labbra di fanciullo. Essa riecheggia in me come estranea: pure4 la pronunciai: «Figlio di serva , gli dissi. Ebbi appena il tempo, dopo questo, di vedere il suo rossore infocato5 e poi, subito, il suo pallore: in cui egli mi apparve così abbandonato e inerme nella sua viltà, che d un tratto riebbi per lui, tutto intero, il mio fanciullesco amore di compagno. Di corsa uscii dalla bottega. Da allora non l ho più rivisto né ho più sentito parlare di lui; ma ancora oggi, malgrado il mio disprezzo, il mio sentimento per quel compagno è tale che, se lo sapessi in prigione (non so perché la mia mente si ferma su questa ipotesi come sulla più verosimile), sarei pronto a prendere il suo posto purché lui venisse liberato. 4 pure: eppure, nonostante ciò. 5 infocato: infuocato, come di fuoco. DENTRO IL TESTO Due amici complementari I contenuti tematici Da allora non l ho più rivisto né ho più sentito parlare di lui (r. 63), afferma Augusto, il narratore, a proposito del protagonista del racconto. Nonostante il tempo, però, egli nutre ancora per il compagno un ammirazione adorante. Ce lo descrive, infatti, come un fanciullo dalle straordinarie doti di bellezza e di intelligenza, un giovane letteralmente viziato dalla natura (r. 11), che, con lui, è stata particolarmente prodiga di doni. Per nascita, infatti, le qualità di Arcangelo abbondano a tal punto che, come le ricchezze di un aristocratico, il giovane può permettersi di sprecarle: la sua superiorità è così evidente da non avere bisogno di essere dimostrata ed egli si permette, pertanto, di essere troppo ribelle e pigro (r. 2) negli studi. Augusto, al contrario, a scuola vuole primeggiare, e lo fa con determinazione e successo. Infatti è lui il primo della classe ed è molto felice perché Arcangelo gli concede, riconoscendo così il valore del suo primato, il privilegio esclusivo di chiamarlo con il nome L AUTRICE / ELSA MORANTE / 741

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Dalla Prima guerra mondiale a oggi