Classe di letteratura - volume 3B

180 185 190 195 200 205 210 215 Invece continuammo a vederci, a andare insieme, e non si parlò più dell episodio della laguna. Io restavo insicuro: avevo un bel cercare di convincermi che se ne fosse dimenticata; ogni tanto mi prendeva il sospetto che tacesse per potermi svergognare in qualche modo clamoroso, davanti ai suoi, oppure e questa era per me un ipotesi ancor peggiore che soltanto per compassione si studiasse di parlare d altro. Finché, di punto in bianco, un bel mattino, non uscì a dire: Ma senti, da tuo zio non mi ci porti più? Con un filo di voce chiesi: Scherzi? Macché: diceva sul serio, non vedeva l ora di tornare a far quattro chiacchiere col vecchio N ba N ga. Io non ci capivo più niente. Quella volta la visita alla laguna fu più lunga. Ci sdraiammo su una riva in declivio tutti e tre: il prozio più dalla parte dell acqua, ma anche noi mezzo a bagno, cosicché a vederci da lontano, allungati vicini, non si sarebbe capito chi era terrestre e chi acquatico. Il pesce attaccò una solfa delle solite: la superiorità della respirazione ad acqua su quella aerea, con tutto il repertorio delle sue denigrazioni. «Adesso Lll salta su e gli risponde per le rime! pensavo. Invece si vede che quel giorno Lll usava un altra tattica: discuteva con impegno, difendendo i nostri punti di vista, ma come se prendesse molto sul serio quelli del vecchio N ba N ga. Le terre emerse, secondo il prozio, erano un fenomeno limitato: sarebbero scomparse com eran saltate fuori, o, comunque, sarebbero state soggette a continui cambiamenti: vulcani, glaciazioni, terremoti, corrugamenti, mutamenti di clima e di vegetazione. E la nostra vita là in mezzo avrebbe dovuto affrontare trasformazioni continue, attraverso le quali intere popolazioni sarebbero scomparse, e sarebbe potuto sopravvivere solo chi era disposto a cambiare talmente le basi della propria esistenza, che le ragioni per cui era bello vivere sarebbero state completamente sconvolte e dimenticate. Una prospettiva che faceva a pugni con l ottimismo in cui noi figli della costa eravamo stati allevati; e alla quale io ribattevo con proteste scandalizzate. Ma per me la vera, vivente confutazione di quegli argomenti era Lll: vedevo in lei la forma perfetta, definitiva, nata dalla conquista dei territori emersi, la somma delle nuove illimitate capacità che si aprivano. Come poteva pretendere, il prozio, di negare la realtà incarnata di Lll? Fiammeggiavo di passione polemica, e mi pareva che la mia compagna si dimostrasse fin troppo paziente e comprensiva col nostro contraddittore. Certo, anche per me abituato com ero a sentire dalla bocca del prozio solo boffonchiamenti e improperi questo suo argomentare così filato suonava come una novità, se pur condito d espressioni antiquate ed enfatiche, e reso buffo dalla sua caratteristica cadenza. Stupiva anche sentirlo dar prova d una competenza minuziosa per quanto tutta esterna delle terre continentali. Ma Lll, con le sue domande, cercava di farlo parlare il più possibile della vita sott acqua: e certo questo era il tema sul quale il discorso del prozio si faceva più serrato, ed a tratti commosso. Le parole valgono corrugamento In geologia il corrugamento è il fenomeno del sollevamento delle catene montuose, più specificamente indicato con il termine orogenesi, ma anche, in senso con- creto, un rilievo montuoso a pieghe formatosi per cause orogenetiche. Ciò perché il verbo corrugare significa increspare, aggrinzare la pelle (specie della fronte) per contrazione di muscoli, come segno esterno di collera o, più in generale, di turbamento. Esiste un verbo specifico che vuol dire corrugare le ciglia . Lo conosci? L AUTORE / ITALO CALVINO / 653

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Dalla Prima guerra mondiale a oggi