Classe di letteratura - volume 3B

130 135 140 145 150 155 160 165 170 175 Non aveva finito di dirlo e la torbida superficie della laguna gorgogliò di bollicine, si mosse un poco a vortice e lasciò affiorare un muso tutto ricoperto di squame spinose. Bè: sono io, che c è? disse il prozio, fissando Lll con occhi tondi e inespressivi come pietre e facendo pulsare le branchie ai lati dell enorme gola. Mai il prozio m era parso così diverso da noi: un vero e proprio mostro. Zio, se permette, questa vorrei avere il piacere appunto di farle conoscere la mia promessa sposa Lll, e indicai la mia fidanzata che chissà perché s era messa ritta sulle zampe di dietro, in uno dei suoi atteggiamenti più ricercati e certamente meno apprezzabili da quel vecchio zoticone. E così bel bello, signorina, è venuta a bagnarsi un po la coda? fece il prozio, una battuta che ai suoi tempi sarà magari stata una galanteria, ma a noi suonava addirittura indecente. Guardai Lll, sicuro di vederla voltarsi e scappar via con uno squittio scandalizzato. Ma non avevo calcolato quanto forte fosse in lei l educazione a ignorare ogni volgarità del mondo circostante. Senta, quelle piantine là, fa, disinvolta, e indica certe giuncacee6 che crescevano gigantesche in mezzo alla laguna, le radici, mi dica, dov è che le affondano? Una domanda di quelle che si fanno tanto per tener su la conversazione; figuriamoci cosa importava a lei delle giuncacee! Ma il prozio pareva che non aspettasse altro per mettersi a spiegare il perché e il percome delle radici degli alberi galleggianti e di come ci si poteva nuotare in mezzo, anzi: i posti più indicati per la caccia erano lì sotto. Non la finiva più. Io sbuffavo, cercavo d interromperlo. Ma quella impertinente invece che fa? Non si mette a dargli corda? Ah sì, lei va a caccia tra le radici natanti? Interessante! Io sprofondavo dalla vergogna. E lui: Mica storie: i lombrichi che c è lì, roba da farci delle scorpacciate! E, senza starci a pensare, si tuffa. Un tuffo agile come mai gliene avevo visto fare; anzi, un salto in alto: balza fuori dell acqua quant è lungo, tutto maculato sulle squame, divaricando i ventagli spinosi delle pinne; poi, descritto in aria un bel semicerchio, ripiomba a immergersi testa avanti, e scompare rapido con una specie di movimento a vite della coda falcata. A questa vista, il discorsetto che m ero preparato per giustificarmi in fretta con Lll approfittando dell allontanamento del prozio: «Sai, bisogna capirlo, con questa idea fissa di vivere come un pesce, ha finito per assomigliare a un pesce davvero mi si smorzò in gola. Neanch io m ero mai reso conto fino a che punto fosse pesce il fratello di mia nonna. Dissi appena: Lll, è tardi, andiamo e già il prozio riemergeva reggendo tra le sue labbra da squalo un festone di lombrichi e alghe fangose. Non mi pareva vero, quando ci accomiatammo; ma trottando zitto dietro a Lll pensavo che ora lei avrebbe cominciato a fare i suoi commenti, cioè che il peggio per me doveva ancor venire. Ed ecco Lll, senza fermarsi, si volta appena verso di me, e: Però, simpatico, tuo zio! Questo, dice, e nient altro. Di fronte alla sua ironia, già più d una volta m ero trovato disarmato; ma il gelo che mi colse a questa battuta fu tale che avrei preferito non rivederla più piuttosto che dover riaffrontare l argomento. 6 giuncacee: piante erbacee comuni nei luoghi umidi. 652 / IL SECONDO NOVECENTO E GLI ANNI DUEMILA

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Dalla Prima guerra mondiale a oggi