Classe di letteratura - volume 3B

85 90 95 100 105 110 115 120 125 130 era tornato a riconoscere che la prima impressione di estraneità e freddezza di quell ambiente era la giusta. In quegli anni la generazione d Amerigo (o meglio quella parte della sua generazione che aveva vissuto in un certo modo gli anni dopo il 40) aveva scoperto le risorse d un atteggiamento finora sconosciuto: la nostalgia. Così, nella memoria, egli prese a contrapporre allo scenario che aveva davanti agli occhi il clima che c era stato in Italia dopo la liberazione, per un paio d anni di cui ora gli pareva che il ricordo più vivo fosse la partecipazione di tutti alle cose e agli atti della politica, ai problemi di quel momento, gravi ed elementari (erano pensieri d adesso: allora aveva vissuto quei tempi come un clima naturale, come facevano tutti, godendoselo - dopo tutto quel che c era stato , arrabbiandosi contro ciò che non andava, senza pensare che potesse mai essere idealizzato); ricordava l aspetto della gente d allora, che pareva tutta quasi egualmente povera, e interessata alle questioni universali più che alle private; ricordava le sedi improvvisate dei partiti, piene di fumo, di rumore di ciclostili, di persone incappottate che facevano a gara nello slancio volontario (e questo era tutto vero, ma soltanto adesso, a distanza di anni, egli poteva cominciare a vederlo, a farsene un immagine, un mito); pensò che solo quella democrazia appena nata poteva meritare il nome di democrazia; era quello il valore che invano poco fa egli andava cercando nella modestia delle cose e non trovava; perché quell epoca era ormai finita, e piano piano a invadere il campo era tornata l ombra grigia dello Stato burocratico, uguale prima durante e dopo il fascismo, la vecchia separazione tra amministratori e amministrati. La votazione che adesso cominciava avrebbe (Amerigo ne era, ahimè, sicuro) ingrandito ancora quest ombra, questa separazione, allontanato ancora quei ricordi, facendoli diventare, da corposi e aspri che erano, sempre più eterei e idealizzati. Il parlatorio del «Cottolengo era dunque lo scenario perfetto per la giornata: non era forse quest ambiente il risultato d un processo simile a quello subito dalla democrazia? Alle origini, anche qui doveva esserci stato (in una epoca in cui la miseria era ancora senza speranza) il calore d una pietà che pervadeva persone e cose (forse anche ora c era Amerigo non voleva escluderlo in singole persone e ambienti là dentro, separati dal mondo), e doveva aver creato, tra soccorritori e derelitti, l immagine d una società diversa, in cui non era l interesse che contava, ma la vita. (Amerigo, come molti laici di scuola storicista, si faceva un puntiglio di saper comprendere e apprezzare, dal suo punto di vista, momenti e forme della vita religiosa). Ma adesso questo era un grande ente assistenziale-ospitaliero, dalle attrezzature certamente antiquate, che adempiva bene o male alle sue funzioni, al suo servizio, e per di più era diventato produttivo, in un modo che al tempo in cui era stato fondato nessuno avrebbe potuto immaginare: produceva voti. Dunque, quello che conta d ogni cosa è solo il momento in cui comincia, in cui tutte le energie sono tese, in cui non esiste che il futuro? Non viene per ogni organismo il momento in cui subentra la normale amministrazione, il tran-tran? (Anche per il comunismo non poteva non domandarsi Amerigo anche per il comunismo sarebbe avvenuto? o stava già avvenendo?) Oppure... oppure quel che conta non sono le istituzioni che invecchiano ma le volontà e i bisogni umani che continuano a rinnovarsi, a ridare verità agli strumenti di cui si servono? Qui, a metter su questa sezione (ora restava solo da attaccare bene in vista secondo il regolamento tre manifesti: uno con gli articoli di legge e due con le liste dei candidati), quegli uomini e donne sconosciuti e in parte avversi lavoravano insieme, e una suora, forse una Madre superiora, li aiutava (le chiesero se potevano L AUTORE / ITALO CALVINO / 639

Classe di letteratura - volume 3B
Classe di letteratura - volume 3B
Dalla Prima guerra mondiale a oggi