Classe di letteratura - volume 3B

120 125 130 «Non può lavorare . «Raus! 22 comandò il tedesco impaziente. Palita aveva preso la giacca e il cappello, e andava verso il camion in mezzo a due soldati. L Agnese gli corse dietro, gli strinse le braccia intorno al collo. Uno dei tedeschi tentò di staccarla, ma lei lo scostò con una spinta. Allora il soldato le appoggiò il fucile alla schiena, e la voce sgarbata ripete: «Raus! . Pallido e tremante Palita si allontanò. Teneva la testa girata indietro e diceva: «Sta buona, Agnese, sta buona. Se no è peggio. Bada alla casa, sta attenta al maiale che non te lo rubino . I tedeschi montarono sul camion, vi issarono Palita tirandolo per le braccia. La Agnese era rimasta ferma in mezzo all aia, con il viso in alto. Sentì avviare il motore, il camion si mosse, imboccò la cavedagna, trabalzando sulle carreggiate. Lei si mise a correre. «Dicono che ci fermiamo in paese, nelle scuole , gridò Palita. «Portami da mangiare e un po di biancheria. Mi farò scartare alla visita... . L Agnese trascinava nella corsa la sua grossa persona col battere del cuore affannato. Volle urlare: «Addio Palita , ma non fu buona.23 Lui era là sul camion col suo aspetto amato e giovanile, fra i fucili e le facce tedesche che ridevano. «Fermati Agnese , le gridò. «Mi raccomando la gatta... . Furono le ultime parole che lei intese: le altre se le portò via il motore che andava sempre più forte. 22 Raus: fuori, in tedesco. Come dire va via . 23 Non fu buona: espressione dell italiano popolare per non ci riuscì . DENTRO IL TESTO La guerra è finita. O no? Le donne e la Resistenza I contenuti tematici L armistizio tra Italia e Alleati, proclamato l 8 settembre del 1943, viene accolto con generale entusiasmo: La guerra è finita (rr. 7-8), dice il soldato in fuga, incontrato da Agnese nel campo. E infatti, ricorda la donna, si sono tutti ubriacati l altra sera, quando la radio ha dato la notizia (r. 11): il giovane, stanco, ma allegro (r. 54), rappresenta con efficacia lo stato d animo degli italiani, provati da un conflitto di cui si sono, finalmente, liberati. Matura e carica di esperienza, la protagonista però non si illude: Io credo che i guai peggiori siano ancora da passare (r. 13), dice, con la saggezza del povero che ha visto accadere tante brutte cose. E purtroppo non si sbaglia: nottetempo, infatti, la vicina Minghina conferma i suoi timori, annunciandole le rappresaglie dei nazisti e dei fascisti contro i cittadini che, all arresto di Mussolini, avevano fatto festa (r. 72). Così, la mattina dopo, Agnese mette in allarme il soldato: egli, fattosi per la paura pallido (r. 92), scappò di corsa (rr. 94-95), giusto in tempo per evitare la cattura. A quel punto i tedeschi si rifanno sul povero Palita che, malato e debole, viene sequestrato sotto gli occhi della moglie impotente. La protagonista è una donna non più giovane, dalla schiena rigida e grassa (r. 16) e dal grosso corpo (r. 79) che le conferisce un aspetto rassicurante e materno. Come una madre, infatti, si prende cura del giovane disertore: senza cercare nulla in cambio lo ospita e gli dà da mangiare; lo lascia riposare la notte ma la mattina lo sveglia sollecita; gli dà del pane (r. 93) e gli addita la via di fuga, promettendogli un vestito da borghese (r. 94) che celi la sua pericolosa appartenenza all esercito. Nei movimenti lenti e gravi della protagonista, il lettore percepisce anche l istinto protettivo della donna: spento il lume (r. 65), per nascondere il soldato, respinge la curiosa vicina appoggiando il suo grosso corpo al battente (r. 79); cerca di sbarrare la porta (r. 106) al maresciallo tedesco; cammina viva e pesante (r. 112) per opporsi ai nazisti che sequestrano il marito, e le puntano il fucile alla schiena (r. 119). E nell affannosa corsa della sua grossa persona (r. 128) dietro il camion, che porta via Palita e con cui si chiude il brano, avvertiamo tutta la gravità della sopportazione, dei sacrifici, delle rinunce delle tante donne che hanno vissuto la tragedia di quei mesi terribili di guerra civile. LA CORRENTE / IL NEOREALISMO / 475

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Dalla Prima guerra mondiale a oggi