Classe di letteratura - volume 3B

La fame vivente Con l arrivo della primavera il freddo cessa e si sente, pertanto, più acuta la stretta della fame. Il fenomeno offre a Levi lo spunto per ragionare sull infelicità umana: pensiamo che le nostre pene abbiano un unica, grande causa, quando invece le cause sono sempre molteplici e, dunque, la cessazione della maggiore di esse non comporta la fine del dolore. Questo esercizio intellettuale, però, non può negare la perentorietà del bisogno: come possiamo ignorare la fame? Il Lager è la fame: noi stessi siamo la fame, fame vivente (rr. 86-87). La disperata immagine richiama al lettore l inumana insufficienza di generi alimentari a cui sono condannati i prigionieri, inevitabilmente portati a trascurare le funzione umane che non siano legate alla sussistenza. Ogni facoltà e ogni aspetto del vivere si legano così alla necessità di mangiare. L immaginazione, in primo luogo: davanti alla draga, trasfigurata in un famelico animale che spalanca le mascelle (rr. 88-89) e azzanna (r. 90) la terra, i deportati patiscono come reale l esclusione dal visionario banchetto. Il ricordo: nessuno, e nemmeno il narratore, può sottrarsi alla tormentosa rievocazione dei pasti del passato, incalzato dall ossessione della fame. E gli affetti: la madre del giovane Sigi, gli amici dello scrittore, tutti sono richiamati alla mente in situazioni conviviali. Perfino la buona giornata di oggi, allora, non è da intendersi tanto in senso climatico, quanto esclusivamente in termini alimentari, visto il fortunato ritrovamento di cibo davanti al quale anche la discordia che vige in questa inerme massa di infelici sembra, placata la fame, lasciare il posto a una convivenza cameratesca. 4. Individua tutti i termini e le espressioni relative alla personificazione della draga. A quale campo semantico appartengono? 5. Per quali motivi coloro che sono deportati da più tempo non conservano il pane, come invece fa Fischer, arrivato da poco? (Sono possibili più risposte). a Perché temono che gli venga rubato. c Perché il pane è secco e vecchio. b Perché hanno sempre fame. d Perché sono ingordi. e Perché lo digeriscono meglio. 6. Perché il modo di mangiare dei prigionieri viene indicato, in tedesco, con un termine che, propriamente, si riferisce agli animali? a Perché è il termine usato dai tedeschi in segno di scherno e derisione. b Perché, affamati e con poco tempo a disposizione, i prigionieri sono costretti a ingurgitare in fretta e furia. c Perché i prigionieri si riducono anche a mangiare gli avanzi. d Perché il Kapo parla male il tedesco Una ricca tavolozza Le scelte stilistiche Il passo presenta un articolata successione di temi e personaggi diversi e mostra un ricco assortimento di scelte espressive. Levi passa infatti, a seconda della situazione e dell emozione, dall accentuata razionalità dell inizio, quasi il testo fosse un saggio o un trattato (La persuasione che la vita ha uno scopo è radicata in ogni fibra di uomo, r. 1), alla triste poeticità che si coglie nella descrizione del paesaggio naturale (Si vedevano a mezzogiorno le montagne, r. 30), fino allo sdegno contro la follia nazista nella similitudine della Torre di Babele, riuscendo sempre a ricreare le ossessioni dei prigionieri (Non riusciamo a svincolarci, r. 95) e i loro sentimenti (siamo capaci di pensare alle nostre madri, e alle nostre mogli, rr. 170-171). In questa giornata di gioia inattesa, non manca neppure la carica giocosa e carnevalesca di Templer, l eccezionale mangiatore di zuppa (r. 160). A pancia piena, sembra dire Levi, si può scherzare anche nel lager. 7. Nel lager, l atteggiamento dei prigionieri può essere molto vario. Collega ogni personaggio alle sue caratteristiche peculiari. a Ziegler d Fischer sarcasmo e vitalità orgoglio e invidia b Felicio e Alberto nostalgia e malinconia ironia e consapevolezza c Béla f David speranza e sollievo vitalità e astuzia LA CORRENTE / IL NEOREALISMO / 465

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Dalla Prima guerra mondiale a oggi