Classe di letteratura - volume 3B

70 75 80 85 90 95 100 105 110 marono sulla porta ad attendere pazientemente che ne uscisse quel partigiano la cui divisa o la cui arma li aveva maggiormente impressionati. In quelle due case c erano otto professioniste che quel giorno e nei giorni successivi fecero cose da medaglie al valore. Anche le maitresses18 furono bravissime, riuscirono a riscuotere la gran parte delle tariffe, il che è un miracolo con gente come i partigiani abituata a farsi regalar tutto. Ma non erano tutti a puttane, naturalmente, anzi i più erano in giro a requisir macchine, gomme e benzina. Non senza litigare tra loro con l armi fuor di sicura,19 scovarono e si presero una quantità d automobili con le quali iniziarono una emozionante scuola di guida nel viale di circonvallazione. Per le vie correvano partigiani rotolando pneumatici come i bimbi d una volta i cerchi nei giardini pubblici. A conseguenza di ciò, la benzina dava la febbre a tutti. In quel primo giorno e poi ancora, scoperchiavano le vasche dei distributori e si coricavano colla pancia sull asfalto e la testa dentro i tombini. «Le vasche sono secche, secche da un anno , giuravano i padroni, ma i partigiani li guardavano in cagnesco e dicevano di vedere i riflessi e che quindi la benzina c era. I padroni cercavano di spiegare che i riflessi venivano da quelle due dita di benzina che restano in ogni vasca vuota, ma che la pompa non pescava più. Allora i partigiani riempivano di bestemmie le vasche e lasciavano i padroni a tapparle. Benzina ne scovarono dai privati, pochissima però, la portavano via in fiaschi. Quel che trovarono in abbondanza fu etere,20 solvente ed acquaragia21 coi quali combinarono miscele che avvelenarono22 i motori. Altri giravano con in mano un elenco degli ufficiali effettivi, e di complemento,23 della città, bussavano alle loro porte vestiti da partigiani e ne uscivano poi bardati da tenenti, capitani e colonnelli. Invadevano subito gli studi dei fotografi e posavano in quelle divise, colla faccia da combattimento che spaccava l obiettivo. Intanto, nel Civico Collegio Convitto che era stato adibito a Comando Piazza, i comandanti sedevano davanti a gravi problemi, di difesa, di vettovagliamento e di amministrazione civile in genere. Avevano tutta l aria di non capircene niente, qualche capo anzi lo confessò in apertura del consiglio, segretamente si facevano l un l altro una certa pena perché non sapevano cosa e come deliberare. Comunque deliberarono fino a notte. Quella prima notte d occupazione passò bianca per civili e partigiani. Non si può chiuder occhio in una città conquistata ad un nemico che non è stato battuto. E se il presidio fuggiasco avesse cambiato idea, o avesse incontrato sulla sua strada chi gliel avesse fatta cambiare, e cercasse di rientrare in Alba quella notte stessa? I borghesi nell insonnia ricordavano che la sera, nel primo buio, quel pericolo era nell aria e stranamente deformava le case e le vie, appesantiva i rumori, rendeva la città a momenti irriconoscibile a chi c era nato e cresciuto. E i partigiani, che in collina riuscivano a dormire seduti al piede d un castagno, sulle brande della caserma non chiusero occhio. Pensavano, e in quel pensare che a tratti dava nell incubo, Alba gli pareva una grande trappola colle porte già abbassate. Era l effetto del sentirsi chiusi per la prima volta; le ronde24 che viaggiavano per la città nel fresco della notte erano molto più tranquille e spensierate. 18 maitresses: le tenutarie dei postriboli. 19 fuor di sicura: pronte a sparare. 20 etere: liquido normalmente utilizzato come anestetico. 21 acquaragia: solvente per vernici. 22 avvelenarono: danneggiarono. 23 effettivi, e di complemento: i primi so- no gli ufficiali di carriera (cioè di professio- 448 / IL SECONDO NOVECENTO E GLI ANNI DUEMILA ne), i secondi quelli richiamati soltanto in caso di necessità (come durante una guerra). 24 le ronde: le pattuglie incaricate di perlustrare la città durante la notte.

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Dalla Prima guerra mondiale a oggi