D1 - Giaime Pintor, La responsabilità della cultura

DOCUMENTO 1 La responsabilità della cultura Giaime Pintor Giaime Pintor nasce a Roma nel 1919. Studia letteratura tedesca e traduce, tra gli altri, Rilke e von Kleist. Durante la guerra matura idee antifasciste e, nel settembre 1943, partecipa alla difesa di Roma a Porta San Paolo. Raggiunto il Sud, lavora con altri giovani alla formazione di un corpo di Volontari della libertà. Fallita quest impresa, tenta nello stesso anno di riattraversare le linee per recarsi nel Lazio a organizzare la Resistenza dei gruppi partigiani, ma cade ucciso da una mina presso Castelnuovo al Volturno, in Molise. L autore Il passo che presentiamo è tratto da una lettera-testamento che Pintor scrive al fratello Luigi prima di partire per una guerra da cui non tornerà. Essa costituisce un appello straordinariamente lucido al dovere dell impegno politico, cui l intellettuale, in quanto uomo e cittadino, non deve sottrarsi, anche a costo di sacrificare la vita. un brano di grande rigore morale, che costituisce una sorta di manifesto per i tanti intellettuali italiani impegnati nelle battaglie civili. Secondo Pintor la tradizionale concezione della cultura è ormai anacronistica: l intellettuale non può più chiudersi nella torre d avorio della neutralità. Da questa lettura storica emerge la convinzione che la cultura possa cambiare il mondo. L autore rivolge agli intellettuali un accorato invito all azione e alla militanza. Una società moderna si basa su una grande varietà di specificazioni, ma può sussistere soltanto se conserva la possibilità di abolirle a un certo momento per sacrificare tutto a un unica esigenza rivoluzionaria. questo il senso morale, non tecnico, della mobilitazione: una gioventù che non si conserva «disponibile , che si perde completamente nelle varie tecniche, è compromessa. A un certo momento gli intellettuali devono essere capaci di trasferire la loro esperienza sul terreno dell utilità comune, ciascuno deve sapere prendere il suo posto in una organizzazione di combattimento. [ ] Gli italiani sono un popolo fiacco, profondamente corrotto dalla sua storia recente, sempre sul punto di cedere a una viltà o a una debolezza. Ma essi continuano a esprimere minoranze rivoluzionarie di prim ordine: filosofi e operai che sono all avanguardia d Europa. L Italia è nata dal pensiero di pochi intellettuali: il Risorgimento, unico episodio della nostra storia politica, è stato lo sforzo di altre minoranze per restituire all Europa un popolo di africani e di levantini.1 Oggi in nessuna nazione civile il distacco fra le possibilità vitali e la condizione attuale è così grande: tocca a noi di colmare questo distacco e di dichiarare lo stato d emergenza. Musicisti e scrittori dobbiamo rinunciare ai nostri privilegi per contribuire alla liberazione di tutti. Contrariamente a quanto afferma una frase celebre, le rivoluzioni riescono quando le preparano i poeti e i pittori, purché i poeti e i pittori sappiano quale deve essere la loro parte. 1 levantini: individui che agiscono in modo spregiudicato e senza scrupoli. L EPOCA E LE IDEE / 405

Classe di letteratura - volume 3B
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Dalla Prima guerra mondiale a oggi