Classe di letteratura - volume 3B

di esprimere i caratteri distintivi della cultura del paese e di contribuire così alla presa di coscienza collettiva dell identità, degli interessi e del sentimento del popolo-nazione. Letteratura e realtà Mentre il ceto intellettuale italiano ha spesso concepito sé stesso al di sopra delle classi sociali, in un mondo astratto e separato dalla realtà storica, ora viene sottolineata la necessità di un nesso tra scrittore e nazione, intellettuale e popolo. lo stesso atteggiamento che spinge gli scrittori del Neorealismo a formulare un idea di letteratura calata nei drammi e nelle sofferenze del proprio tempo (la Resistenza, in primo luogo), a rappresentare la miseria e l arretratezza nella convinzione di poterle riscattare, a immaginare sé stessi come un avanguardia borghese che è però in grado di interpretare le aspirazioni del popolo e di esaltarne la morale. La messianica fiducia nell avvento di un mondo migliore, l esaltazione della semplicità e dell innocenza degli umili, la solidarietà nei confronti degli oppressi costituiscono istanze largamente diffuse nel ceto intellettuale di sinistra nell immediato dopoguerra. Carri armati sovietici a Budapest nel 1956. Una disillusione epocale Questi motivi ideali e morali sono destinati tuttavia a scontrarsi con la realtà e ad andare incontro a un profondo disincanto. Con le elezioni politiche del 1948, l Italia repubblicana nata dall antifascismo imbocca infatti la strada del moderatismo. L auspicio di una più equa distribuzione delle risorse e della realizzazione di un ampio programma di riforme viene disatteso da politiche di indirizzo sostanzialmente conservatore, che spesso assecondano gli interessi dei grandi gruppi imprenditoriali e finanziari. Le forze di sinistra, relegate all opposizione, prendono posizioni ambigue, a causa della dipendenza del Pci da Mosca, e vivono una stagione di divisioni e scissioni. Perfino la lettura epica della Resistenza, non di rado venata di accenti retorici, conosce una prima revisione demitizzante, che la riconduce alle dimensioni di un esperienza nobile e decisiva per le sorti del paese, ma senza gli accenti agiografici con cui era stata dipinta inizialmente. La destalinizzazione e il trauma ungherese Le esperienze più traumatiche, che portano a una crisi profonda di una certa concezione dell impegno letterario al servizio di un disegno ideologico, si consumano nel 1956. La rivelazione dei crimini di Stalin e la repressione della rivolta ungherese hanno un contraccolpo enorme tra gli intellettuali comunisti occidentali, posti di fronte all evidenza del lato più sanguinario e liberticida del regime sovietico. L indignazione travolge la cultura marxista in tutta Europa. In Italia, centouno intellettuali iscritti al Pci sottoscrivono un manifesto in cui chiedono al gruppo dirigente del partito di sconfessare apertamente l operato dell Unione Sovietica, ma ciò non accade; molti di loro (tra cui Italo Calvino, Alberto Moravia, Elio Vittorini, Franco Fortini) optano quindi per un distacco lacerante dal partito. Si apre una stagione di revisione di dogmi ormai superati, e di apertura, anche nell ambito della riflessione marxista, a nuovi indirizzi e fermenti della cultura internazionale. 404 / IL SECONDO NOVECENTO E GLI ANNI DUEMILA

Classe di letteratura - volume 3B
Classe di letteratura - volume 3B
Dalla Prima guerra mondiale a oggi