T5 - I Sassi di Matera

I Sassi di Matera / T5 / Carlo Levi, Cristo si è fermato a Eboli / L inferno della povertà e della malattia / Una breve visita della sorella dà un po di conforto a Carlo Levi, costretto al confino in Lucania. Proveniente da Torino, la donna è dovuta passare da Matera, per far vistare in questura il permesso di incontrare il fratello. «Era spaventata e piena di orrore per quello che vi aveva visto , scrive Levi. Ecco la sua descrizione della miseria della città lucana, le cui abitazioni all epoca erano scavate nel tufo sui fianchi e sul ciglio di un precipizio. 5 10 15 20 25 30 «Arrivai a Matera , mi raccontò,1 «verso le undici del mattino. Avevo letto nella guida che è una città pittoresca, che merita di essere visitata, che c è un museo di arte antica e delle curiose abitazioni trogloditiche.2 Ma quando uscii dalla stazio ne, un edificio moderno e piuttosto lussuoso, e mi guardai attorno, cercai invano con gli occhi la città. La città non c era. Ero su una specie di altopiano deserto, circondato da monticciuoli brulli, spelacchiati, di terra grigiastra seminata di pie trame. In questo deserto sorgevano, sparsi qua e là, otto o dieci grandi palazzi di marmo, come quelli che si costruiscono ora a Roma, l architettura di Piacentini,3 con portali, architravi suntuosi, solenni scritte latine e colonne lucenti al sole. Alcuni di essi non erano finiti e parevano abbandonati, paradossali e mostruosi in quella natura disperata. Uno squallido quartiere di casette da impiegati, costruite in fretta e già in preda al decadimento e alla sporcizia, collegava i palazzi e chiude va, da quel lato, l orizzonte. Sembrava l ambizioso progetto di una città coloniale, improvvisato a caso, e interrotto sul principio per qualche pestilenza, o piuttosto lo scenario di cattivo gusto di un teatro all aperto per una tragedia dannunziana. Questi enormi palazzi imperiali e novecenteschi erano la Questura, la Prefettura, le Poste, il Municipio, la Caserma dei Carabinieri, il Fascio, la Sede delle Corpora zioni,4 l Opera Balilla,5 e così via. Ma dov era la città? Matera non si vedeva. «Pensai di sbrigare subito le mie faccende. Andai alla Questura, splendida di marmi di fuori, e dentro sporca e infetta,6 con delle stanzucce mal scopate, piene di polvere e di spazzature.7 Mi ricevette, per vistare il mio permesso di visitarti, il vicequestore, che è anche il capo della polizia politica. Io pensai di protestare per ché ti avevano mandato in un paese malarico, e, preoccupata per la tua salute, chiesi se non fosse possibile trasferirti in una sede più salubre. Un commissario che era presente mi interruppe brusco: La malaria? Non esiste. Sono tutte storie. Ce ne sarà un caso all anno. Suo fratello starà benissimo dov è . Ma quando seppe che ero medichessa, rimase zitto; e il vicequestore mi rispose in tutt altro tono. La mala ria , mi disse, c è dappertutto. Potremmo trasferire suo fratello, se lo desidera, ma troverebbe le stesse condizioni che a Gagliano. Di tutti i paesi della nostra provincia, uno solo si può considerare non malarico: Stigliano, perché è a quasi mille metri sul mare: forse più tardi si potrà mandarlo lì, ma per ora, per molte ragioni, è impossi bile . (A Stigliano, ho capito, ci mandavano i fascisti dissidenti). Suo fratello non si 1 mi raccontò: la sorella di Levi, voce nar- rante di questo passo, parla qui al fratello, che ne riporta le parole con il discorso diretto. 2 trogloditiche: dei trogloditi, gli abitanti preistorici delle caverne. 3 Piacentini: Marcello Piacentini (1881- 1960), il principale esponente dell architettura di regime del periodo fascista, propugnatore di uno stile costruttivo monumentale che richiamava l edilizia solenne della Roma imperiale. 4 Corporazioni: le organizzazioni che accomunavano lavoratori e datori di lavoro dopo la soppressione del sindacato autonomo da parte del regime fascista. 5 Opera Balilla: organizzazione giovanile fascista. 6 infetta: sudicia. 7 spazzature: immondizie. IL GENERE / LA NARRATIVA ITALIANA DEL PRIMO NOVECENTO / 385

Classe di letteratura - volume 3B
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Dalla Prima guerra mondiale a oggi