INTRECCI CINEMA - Cristo si è fermato a Eboli

IN BREVE Nelle sue opere Carlo Levi fonde stili e generi diversi: il romanzo, il memoriale, il saggio, il diario. oltre che di compassione, con quelli che definisce i «miei contadini . Ciò gli permette di osservare le pratiche magiche e rituali ancora diffuse in quest area del paese, che l autore interpreta come una risposta alla povertà. «In quell arso cuore della Lucania , ha scritto Eugenio Montale, «Levi ha incontrato l inferno di una umanità irredimibile, insospettata che vive fuori del tempo o almeno tutta al di fuori del nostro tempo . Il punto di vista narrativo l io narrante coincide con l autore stesso rende tangibile come il confino venga vissuto, al di là delle difficoltà oggettive, anche come opportunità di conoscenza e di denuncia sociale. Il mondo chiuso di Aliano (che l autore, fedele alla denominazione usata dai locali, chiama Gagliano) è il simbolo della distanza tra due Italie: quella della civiltà , che sembra essersi fermata là dove finisce la ferrovia, a Eboli appunto, e quella di un Sud emarginato e asservito, sostanzialmente ancora pagano (se si intende il cristianesimo come forma di civiltà), in cui si sopravvive a stento tra fame e malattie. All incrocio tra generi diversi Cristo si è fermato a Eboli rivela una singolarissima capacità di ibridazione dei codici e dei generi letterari, essendo più o meno strettamente apparentabile al romanzo, al saggio, alla prosa d arte, al diario e alla corrispondenza di viaggio. La capacità di spaziare tra i generi, oltre che di armonizzare figure e paesaggi in atmosfere mitiche, si ritrova anche nei successivi volumi di saggi e di cronache narrative di Levi: L orologio (1950), Le parole sono pietre (1955), Il futuro ha un cuore antico (1956), La doppia notte dei tigli (1959), Tutto il miele è finito (1964). intre cci CINEMA Cristo si è fermato a Eboli di Francesco Rosi Reduce da opere (spesso film-inchiesta) dedicate ai misteri e alle trasformazioni dell Italia del secondo dopoguerra, nel 1979 Francesco Rosi (1922-2015) si sposta agli anni del fascismo, trasponendo il romanzo di Carlo Levi in due versioni prodotte dalla Rai, una televisiva (in quattro puntate) e una ridotta per l uscita nelle sale. Al cuore della miseria: raccontare un altra Italia Uomo del Sud, Rosi ne ha già trattato i mali in film precedenti, dallo stile rabbioso che scuote le coscienze. Qui invece il suo atteggiamento è più disteso, il ritmo è pacato e segue il lento trascorrere delle stagioni, come richiede un viaggio d iniziazione nell antica cultura contadina meridionale, figlia di un mondo chiuso e lontano dalla Storia. Con grande onestà interpretativa, Rosi è fedele all amore di Levi per l essere umano, sentito sempre come un fratello. Si avvertono la comprensione e la compassione nell affrontare l arretratezza, le superstizioni e il destino di miseria che affliggono il popolo degli esclusi. Decifrare l indecifrabile: le radici dei mali Racconta una cultura autentica e immobile anche il paesaggio, illustrato con qualità pittorica dalla fotografia di Pasqualino De Santis. Il film è girato nei luoghi del romanzo, nelle terre più aride della Basilicata la cui desolazione si riflette nei volti e nelle voci della gente (a recitare sono veri contadini lucani). Il mondo escluso dal progresso sociale è penetrato dalla ricchezza di mezzi espressivi di Gian Maria Volonté, che interpreta Carlo Levi. I suoi sono gli occhi di un borghese del Nord che tenta di capire una società a lui ignota; è la profondità del suo sguardo a scavare nell animo dello spettatore, trasmettendogli il senso ultimo dell opera di Rosi: la società moderna non è stata capace di costruire una nuova civiltà. 384 / DALLA PRIMA ALLA SECONDA GUERRA MONDIALE

Classe di letteratura - volume 3B
Classe di letteratura - volume 3B
Dalla Prima guerra mondiale a oggi