Classe di letteratura - volume 3B

30 35 40 45 50 55 60 65 70 parevano vizze.12 Le mani, che le due donne avevano lasciato, appoggiate dalla parte del dorso e aperte, cercavano di chiudersi senza riuscirci. Remigio, perché non lo brontolasse13 di essergli andato così vicino, gli chiese un altra volta, pur non avendone più voglia, per quell indifferenza che, a riveder lo, gli era tornata: «Non mi riconosci? . Il malato, come se avesse voluto fargli capire che non gliene importava nulla, rispose: «Non ti devo riconoscere? Non sei Remigio? . E ricominciò subito a gridare. Allora, le due donne lo voltarono di fianco, stra scinandolo in proda.14 «Quanto soffro! Così non posso stare! Alzate le coperte! . In quel mentre entrò Luigia, la sua seconda moglie: prima, si era fermata ad ascoltare il figliastro; e, senza salutarlo, ficcò le mani sotto le lenzuola per tenerle alzate. «Mettetemi le gambe fuori del letto! . «Ti farà freddo . «Non importa: obbeditemi . Allora, Gegia e Dinda gli cavarono le gambe fuori del letto, con i due piedi gonfi e fasciati che avevano un esasperante e triste odore d iodoformio.15 Quell o dore toccò l animo di Remigio. Luigia esclamò: «Poveretto! Tu, Remigio, non hai visto le sue gambe sfasciate! . Gegia fece un gesto di orrore; Dinda si asciugò gli occhi. Allora, Remigio ap poggiò la testa ai ferri del letto e stette zitto; mentre quel che facevano dinanzi a lui gli pareva di vederlo da tanto tempo. Giacomo era abbastanza ricco. Nato da un fattore, che gli aveva lasciato circa ventimila lire, era riuscito a triplicarle. Mortagli la moglie, madre di Remigio, pre se con sé una ragazza di campagna facendola passare per serva. Poi, per mettere in pace i pettegolezzi, sposò Luigia, che allora era una zitella piuttosto matura: doveva ereditare un poderetto ed era stata la sarta della prima moglie. Prese anche, perché gli avrebbe fatto comodo, la figlia d una sua nipote: aveva, allora, dodici anni e si chiamava Ilda. La sera stessa del matrimonio, Luigia si raccomandò a Remigio di volerle bene e di dirle tutta la verità delle chiacchiere che si facevano; e il figliastro le confermò i sospetti su Giulia. Ella pianse e si fece promettere da Giacomo che l avrebbe mandata via; ma, invece, dopo pochi mesi, Giulia prese sempre di più il soprav vento; e Giacomo si divise di letto dalla moglie. Ma come poteva piacergli quella ragazza? Magra e gialla, quasi rifinita;16 con i denti guasti e lunghi; un aria stupida e gli occhi del colore delle frutta marce. E, a venti anni, già vecchia e logorata. Erano più di sette anni che Remigio la sopportava; ma, sempre di più, la sua avversione cresceva; e, d altra parte, l odio di Giulia faceva altrettanto; perciò quasi tutti i giorni, Giacomo e Remigio questionavano.17 Alla fine, il figlio dovette andar sene; e, dopo aver patita anche la fame, era riescito18 ad avere quel piccolo impiego. 12 vizze: avvizzite, spente. 13 brontolasse: rimproverasse. 14 strascinandolo in proda: spostandolo sulla sponda del letto. 15 iodoformio: un disinfettante a base di tintura di iodio. 16 rifinita: ridotta in pessime condizioni (toscanismo). 17 questionavano: litigavano. 18 riescito: riuscito; si tratta di un toscani- smo, come più avanti doventato (r. 100) per diventato ed esciva per usciva (r. 194). IL GENERE / LA NARRATIVA ITALIANA DEL PRIMO NOVECENTO / 361

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Dalla Prima guerra mondiale a oggi