T2 - La morte del padre

La morte del padre / T2 / Federigo Tozzi, Il podere, cap. 1 / I contrasti di una famiglia divisa / Del romanzo Il podere riportiamo integralmente il primo capitolo. Remigio torna a casa perché il padre Giacomo è in agonia; è un momento amaro e difficile, anche per l accesa conflittualità che esplode tra i personaggi. 5 10 15 20 25 Nel millenovecento, Remigio Selmi aveva venti anni; ed era aiuto applicato alla stazione di Campiglia.1 Da parecchio tempo stava in discordia con il padre e non sapeva che al suo piede bucato da una bulletta2 delle scarpe era ormai venuta an che la cancrena. Invece credeva che stesse meglio; senza sospettare che, se non gliene facevano sapere niente, volevano tenerlo lontano da casa più che fosse possibile. Ma una sera ricevette una cartolina dal chirurgo che lo curava; nella quale era scritto che la malattia non dava più da sperare. La fece leggere al capostazione; ed ebbe il permesso di partire subito, con il diretto che era3 per passare. Arrivò alla Casuccia4 la notte: tre miglia da Siena, fuor di Porta Romana; e, trovato l uscio aperto, entrò nella camera del padre senza che prima nessuno lo vedesse. Giacomo era desto e appoggiato a quattro guanciali; mentre due delle assalariate, Gegia e Dinda, gli sostenevano le braccia lungo la coperta, attente a metter gliele in un altro modo quando non poteva stare più nella stessa positura.5 Sopra il canterano,6 una lucernina7 di ottone con tutti e quattro i beccucci accesi. Remigio salì in ginocchio sul letto. Ma Giacomo, che aveva la testa ciondoloni sul petto e gli occhi chiusi, non se ne accorse né meno.8 Allora, gli chiese: «Non mi riconosci? . Dinda disse sottovoce: «Lo lasci stare, padroncino! Soffre troppo e non le può rispondere . «Mi risponderà, spero . «Ha fatto male ad entrare senza avvertire . Ma Remigio non badò a quel rimprovero; e disse, sebbene sapesse che non gli credevano: «Vorrei che mi riconoscesse . Giacomo alzò, a poco a poco, faticosamente, il volto; e guardò il figlio ma non se ne fece caso:9 le sue labbra si erano affloscite10 e screpolate, deformando la boc ca; gli occhi non erano più neri; ma, con le sclerotiche gialle e segose,11 le pupille 1 Campiglia: centro della Maremma, in provincia di Livorno, sulla linea ferroviaria Pisa-Roma. 2 bulletta: piccolo chiodo. 3 era: stava. 4 Casuccia: il podere di famiglia. 5 positura: postura, posizione del corpo. 6 canterano: cassettone. 7 lucernina: lampada a olio. 8 né meno: nemmeno. 9 non se ne fece caso: sembrò non manifestare una particolare reazione di fronte alla vista del figlio. 10 affloscite: afflosciate. 11 sclerotiche segose: la sclerotica o sclera è la membrana bianca dell occhio; qui ha assunto un colore giallognolo simile a quello del grasso di bue (sego). Le parole valgono assalariato Nella società agricola di un tempo, era detto assalariato o, più comunemente, salariato un contadino retribuito con un salario, anziché sulla base del contratto di mezzadria (che prevedeva invece la divisione del raccolto a metà con il proprietario dei terreni). 360 / DALLA PRIMA ALLA SECONDA GUERRA MONDIALE Più in generale, salariato è chi riceve un salario, cioè uno stipendio. Come aggettivo, il vocabolo può essere usato anche in un accezione spregiativa, per indicare chi dovrebbe essere svincolato da interessi personali e invece si mette al servizio del miglior offerente: così si può sentir parlare di intellettuali o di giornalisti salariati. Trova almeno tre sinonimi dell aggettivo salariato utilizzato con tale significato negativo.

Classe di letteratura - volume 3B
Classe di letteratura - volume 3B
Dalla Prima guerra mondiale a oggi