4 - Le figure femminili

IN BREVE gné, che sfida i governanti («le loro mani servono soltanto a perseguitarci ), non avrebbe creato problemi. Nelle raccolte uscite dopo la Seconda guerra mondiale entrano riferimenti, anche polemici, alla vita politica e sociale. La «nuova palta Rimasta così a lungo sotto la superficie, la grande Storia può finalmente emergere nella Bufera e altro, dove entra in un complesso rapporto dialettico con l ipotesi di un amore salvifico, incarnato dalla figura di Clizia, come si vedrà più avanti. Per la prima volta compaiono riferimenti politici espliciti: al nazismo nella Primavera hitleriana, alle purghe ordinate da Stalin nel Sogno del prigioniero. In Piccolo testamento Montale rivendica con orgoglio le proprie scelte di campo, sempre lontane dalle ideologie dominanti, ieri il fascismo, oggi quelle dei partiti di massa come la Democrazia cristiana e il Partito comunista, accomunate ai suoi occhi dalla necessità di una fede cieca e ottusa. Il dopoguerra delude le aspettative del poeta, che in Satura lamenta il dilagare di una «nuova palta (cioè una nuova melma, un nuovo pantano) in cui si affonda senza scampo. Se un tempo era almeno possibile chiamarsi fuori, ora «l onore e l indecenza stretti in un solo patto / fondarono l ossimoro permanente , scrive Montale in una polemica Lettera a Malvolio, ovvero a Pier Paolo Pasolini, che gli pare il rappresentante perfetto di una nuova classe intellettuale, astuta e opportunista, alla quale egli si sente estraneo. La Storia «magistra di niente Nell ultima stagione poetica si moltiplicano le riflessioni di Montale sul senso complessivo da assegnare all eredità del passato, che viene investita da uno scetticismo radicale, intriso di sarcasmo. Una poesia di Satura intitolata appunto La storia riassume efficacemente questo atteggiamento, sciorinando una lunga serie di anafore tese a negare che gli eventi abbiano un corso guidato dalla Provvidenza, o almeno un qualche significato riconoscibile. La Storia non premia né punisce secondo un criterio, «non è magistra / di niente che ci riguardi : non è cioè in grado di dare alcun insegnamento alle generazioni future, con un ribaltamento del detto latino historia magistra vitae. Questa considerazione ha peraltro dei risvolti positivi: se la Storia «non è poi / la devastante ruspa che si dice , se nella sua rete non mancano i buchi, allora è possibile scoprire un nascondiglio dove trovare una propria dimensione, come raccomanda un altro detto antico, il lathe biosas ( vivi nascosto ) del filosofo greco Epicuro. MONTALE E LA STORIA DAI TEMI ai testi: T10 > p. 293 T15 > p. 306 prima della guerra: impegno antifascista dopo la guerra: delusione e allontanamento dalla politica scetticismo verso la Storia: essa non insegna nulla | 4 | Le figure femminili La donna nella poesia di Montale è una gura talvolta lontana e assente, un fantasma che assume diversi connotati: quello della donna angelo nelle prime raccolte, quello della donna complice nelle ultime. Due diverse tipologie Buona parte dell opera poetica di Montale si costituisce come lirica nella sua accezione tradizionale, ovvero come saluto, preghiera, invocazione del poeta a una donna, per lo più assente. Nel corso del tempo le sembianze di questo fantasma femminile conoscono cambiamenti radicali, ma tendono comunque a raggrupparsi in due grandi tipologie: nelle prime raccolte prevale la figura della donna angelicata, lontana, perduta, che indica un percorso esistenziale al poeta, il quale però è incapace di seguirla nonostante i suoi slanci. L AUTORE / EUGENIO MONTALE / 255

Classe di letteratura - volume 3B
Classe di letteratura - volume 3B
Dalla Prima guerra mondiale a oggi