CONSONANZE CONTEMPORANEE - Maria Luisa Spaziani - Papà,

CONSONANZE CONTEMPORANEE Maria Luisa Spaziani PAP , RADICE E LUCE Una diversa immagine tutta positiva e luminosa della figura paterna è offerta da Maria Luisa Spaziani (19222014). Nella breve lirica che riportiamo, il padre viene chiamato, come comunemente si fa nel linguaggio parlato, «papà . L appellativo indica affetto e tenerezza, i sentimenti di una persona ormai matura che, volgendosi indietro verso il proprio passato, ricorda un momento felice dell infanzia: il primo giorno di scuola (un tempo le lezioni cominciavano a ottobre), quando il genitore la accompagna per mano a quell importante appuntamento. Le rondini, che con l autunno migrano verso regioni più calde, sembrano indicare con la loro voce l unicità di quel momento, così magico da essere ricordato dall autrice mezzo secolo dopo. Papà, radice e luce, portami ancora per mano nell ottobre dorato del primo giorno di scuola. Le rondini partivano, strillavano: fra cinquant anni ci ricorderai. (Maria Luisa Spaziani, I fasti dell ortica, Mondadori, Milano 1996) PER DISCUTERNE In un romanzo del 2004, Il buon Stalin, il narratore russo Viktor Erofeev (n. 1947) scrive: «I genitori possono essere considerati delle persone? Io ne ho sempre dubitato. I genitori sono negativi non sviluppati. Tra tutti coloro che incontriamo nella vita sono quelli che conosciamo peggio, proprio perché non li incontriamo; l iniziativa fin dall origine è stata presa dagli avi : sono loro che vengono incontro a noi. Il cordone ombelicale non è stato tagliato, loro sono parte di noi esattamente nella stessa misura in cui ci è impossibile capirli . Rifletti su queste parole e sulla rappresentazione delle figure genitoriali che hai trovato nei testi letterari letti quest anno o anche in precedenza. Che cosa ne pensi? Possiamo o meno conoscere i nostri genitori? E, più in generale, in che modo è possibile, crescendo, stabilire un rapporto positivo con i propri familiari? Berthe Morisot, Eugène Manet e sua figlia a Bougival, 1881. Parigi, Musée Marmottan Monet. 220 / DALLA PRIMA ALLA SECONDA GUERRA MONDIALE