Classe di letteratura - volume 3B

80 Tu sei come la provvida formica. Di lei, quando escono alla campagna, parla al bimbo la nonna che l accompagna. E così nella pecchia 77 provvida: previdente. 85 ti ritrovo, ed in tutte le femmine di tutti i sereni animali che avvicinano a Dio; e in nessun altra donna. 79 escono alla campagna: vanno nei campi. 82 pecchia: ape. DENTRO IL TESTO Un elogio singolare Il tema biblico del rapporto tra esseri umani e animali I contenuti tematici L apparente stravaganza dei paragoni che il poeta introduce per parlare della moglie le similitudini con una serie di animali domestici ha reso celebre questo testo. Di norma, l accostamento di una donna a una gallina o a una mucca non viene percepito in senso positivo, e in effetti Lina, a quanto racconta l autore, non fu all inizio entusiasta di questo componimento: «Era invece rimasta male, molto male; mancò poco che litigasse con me. Ma è anche vero che poca fatica durai a persuaderla che nessuna offesa ne veniva alla sua persona, che era la mia più bella poesia , e che la dovevo a lei . In realtà, la comparazione con gli animali rappresenta un elogio sentito e commosso della moglie, per due volte definita indirettamente unica (nella prima strofa, al v. 17, e, con ripresa letterale, all ultimo verso della lirica, in cui Saba afferma di non trovare le qualità da lei possedute in nessun altra donna). Alla base di queste inconsuete similitudini, infatti, c è un idea precisa: la natura è una, e la sostanza dell esistenza è la medesima per tutti gli esseri viventi, ugualmente provati dalla sofferenza (le voci delle gallinelle che ricordano i lamenti della moglie, vv. 19-22; la musica dei pollai soave ma anche triste, vv. 23-24; il muggito lamentoso della giovenca, vv. 32-34). Grazie alla semplicità e alla nudità della loro esistenza, gli animali che il poeta contempla stupito come un fanciullo sono in grado di avvicinarci a Dio molto più degli esseri umani, costretti all ipocrisia e alla finzione dalle esigenze della convivenza civile. Si tratta di una concezione religiosa della natura, che avvicina la poesia di Saba al Cantico delle creature di san Francesco e ad alcune pagine della Bibbia. In molti luoghi dell Antico Testamento gli animali sono considerati simili agli esseri umani e perciò collocati sul loro stesso piano di fronte a Dio: «Ecco, l ippopotamo che io ho creato al pari di te, si nutre di erba come il bue. [ ] Esso è la prima delle opere di Dio (Giobbe, 40,15; 19); «Infatti la sorte degli uomini e quella delle bestie è la stessa: come muoiono queste, così muoiono quelli; c è un solo soffio vitale per tutti. L uomo non ha alcun vantaggio sulle bestie, perché tutto è vanità. Tutti sono diretti verso il medesimo luogo: tutto è venuto dalla polvere e nella polvere tutto ritorna (Ecclesiaste, 3,19-20). Nel Cantico dei cantici la donna è paragonata a una «puledra (1,9) e chiamata con il nome di «colomba (2,14); si dice che i suoi capelli assomigliano a una «mandria di capre (4,1), i denti a un «gregge di pecore (4,2), le mammelle a «due cerbiatti (4,5). Definiti da Saba sereni (vv. 13 e 85), in quanto estranei alle inquietudini e alle complicazioni che la ragione determina nell umano, gli animali avvicinano a Dio (vv. 14 e 86) perché, nella loro semplice istintività, sono più prossimi alla fonte della vita, cioè, appunto, alla divinità; attraverso di loro, l essere umano può entrare in contatto con essa. Gustav Klimt, Sentiero di giardino con galline, 1916. Austria, Castello di Immendorf. 208 / DALLA PRIMA ALLA SECONDA GUERRA MONDIALE

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Dalla Prima guerra mondiale a oggi