T6 - Stefano Mancuso, Le piante insegnano

Tipologia B Le piante insegnano T 6 AMBITO SCIENTIFICO Stefano Mancuso Il brano è tratto dalla prefazione a Plant revolution. Le piante hanno già inventato il nostro futuro, un saggio del 2017 di Stefano Mancuso, scienziato e direttore del Laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale. Nel saggio, l autore sostiene che per migliorare la nostra vita dovremmo ispirarci alle piante. Queste ultime hanno una personalità, si scambiano informazioni, interagiscono con gli animali, per sopravvivere adottano strategie mirate, hanno una vita sociale e sfruttano al meglio le risorse energetiche. Le piante, dunque, sono organismi sociali sofisticati ed evoluti, che offrono la soluzione a molti problemi dell uomo di oggi, legati all ambito sociale, tecnologico, biologico. 5 10 15 20 25 30 35 sempre un buon affare andare alla ricerca di nuove piante: non sai mai cosa puoi scoprire. Più di 31.000 differenti specie hanno un uso documentato; fra queste, quasi 18.000 sono utilizzate a scopi medicinali, 6000 per la nostra alimentazione, 11.000 come fibre tessili e materiali da costruzione, 1300 a fini sociali (inclusi usi religiosi e come droghe), 1600 quali fonte energetica, 4000 come cibo per animali, 8000 a scopi ambientali, 2500 come veleni eccetera. Il conto è presto fatto: circa un decimo delle specie ha un uso immediato per l umanità. Come detto, un buon affare. Che potrebbe diventare ottimo, qualora iniziassimo a servirci delle piante non solo per ciò che producono, ma anche per quello che possono insegnarci. Esse, infatti, sono un modello di modernità [ ]. Dai materiali all autonomia energetica, dalle capacità di resistenza alle strategie di adattabilità, le piante hanno trovato da tempo immemorabile le migliori soluzioni alla maggior parte dei problemi che affliggono l umanità. Basta sapere come e dove guardare. Fra i quattrocento milioni e il miliardo di anni fa, a differenza degli animali che scelsero di muoversi per trovare il nutrimento indispensabile, le piante presero una decisione evoluzionisticamente opposta. Preferirono non spostarsi, ottenendo dal sole tutta l energia necessaria per sopravvivere e adattando il proprio corpo alla predazione e agli altri innumerevoli vincoli derivanti dall essere radicate al terreno. La cosa non è per niente facile. Provate a pensare quanto sia complicato restare in vita in un ambiente ostile senza potersi spostare. Immaginate di essere una pianta, circondata da insetti, animali erbivori e predatori di ogni specie, e di non poter scappare. L unica maniera per sopravvivere è essere indistruttibili; essere costruiti in modo interamente diverso da un animale. Essere una pianta, appunto. Per eludere i problemi relativi alla predazione, si sono evolute secondo una strada unica e insolita, sviluppando soluzioni così lontane da quelle animali da essere per noi l esempio stesso della diversità. Organismi così differenti da noi che, per quanto ci riguarda, potrebbero benissimo essere alieni. Molte delle soluzioni sviluppate dalle piante sono l esatto opposto di quelle ideate dal mondo animale. Ciò che lì è bianco, per le piante è nero, e viceversa: gli animali si spostano, le piante sono ferme; gli animali sono veloci, le piante lente; gli animali consumano, le piante producono; gli animali generano CO2, le piante fissano CO2... E così via, fino alla contrapposizione decisiva, la più importante e la più sconosciuta: quella fra diffusione e concentrazione. Qualunque funzione che 309

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