T2 - Ana L. Valdés, Il nuovo mondo

PAROLA D AUTORE essence and existence, many of which are now commonly used, are by origin artificial devices for expressing the results of abstract thought. In this way they would resemble the artificial [ ] abstract terms that may be formed in primitive languages. Thus it would seem that the obstacles to generalized thought inherent in the form of a language are of minor importance only, and that presumably the language alone would not prevent a people from advancing to more generalized forms of thinking if the general state of their culture should require expressions of such thought: that under these conditions the language would be moulded rather by the cultural state. It does not seem likely, however, that there is any direct relation between the culture of a tribe and the language they speak, except in so far as the form of the language will be moulded by the state of culture, but not insofar as a certain state of culture is conditioned by morphological traits of the language. Rispondi 1. Qual è la tesi relativa al rapporto tra linguaggio e pensiero che Boas intende confutare? E come si collega alla presunta superiorità della cultura e civiltà europee? 2. Che cosa intende secondo te l autore con la frase: «The fact that generalized forms of expression are not used does not prove inability [ ] develop as soon as needed ? Prova a spiegarlo con parole tue. 3. Qual è secondo Boas una delle ragioni storiche per cui molte lingue europee hanno sviluppato termini specifici per indicare concetti astratti, come per esempio essenza ? 4. Che cosa afferma Boas relativamente al rapporto tra lingua e cultura? la cultura a influenzare lo sviluppo del linguaggio o, al contrario, il linguaggio a restringere e riflettere le possibilità di sviluppo del pensiero cosiddetto primitivo ? | T2 Ana L. Valdés Il Giardino degli Alfabeti. Racconti dall Europa, Bompiani, Milano 1994, pp. 192-196 Il nuovo mondo Il brano è tratto da un racconto autobiografico di Ana L. Valdés (n. 1953), scrittrice e antropologa uruguayana esiliata in Svezia all età di ventiquattro anni. Dopo aver descritto, con grande forza espressiva, il senso di perdita e di spaesamento che accompagnano l esperienza dell esilio, l autrice narra di come l incontro con una lingua e una cultura nuove le abbia consentito anche di costruirsi una nuova visione del mondo. Improvvisamente scoprì il linguaggio. Prima non ne era consapevole, come un pesce che nuota ma non sa nulla dell acqua, tanto era stata sorda al linguaggio. Ma ora il linguaggio era sia fuori che dentro di lei, come un insieme 250 | UNIT 6 | variegato di forme rituali e di formule ereditarie, una liturgia di cerimonie ed azioni, formatesi e delineatesi quando il mondo era giovane, quando l oscurità imperava. In principio era il verbo. E il verbo creò il

I colori dell’Antropologia
I colori dell’Antropologia
Secondo biennio e quinto anno del liceo delle Scienze umane