MITO e civiltà - Il mito di Polifemo

Omero UNIT 2 MITO e civiltà Il mito di Polifemo Dopo essere stato crudelmente accecato da Odisseo, il personaggio di Polifemo sparisce dall orizzonte narrativo dell Odissea, mentre si continuerà a parlare dell ira del dio Poseidone, risentito per il trattamento riservato al figlio. Nella letteratura greca dei secoli successivi a Omero, il Ciclope diventa il protagonista di nuove storie. Il poeta Teocrito (300-260 a.C. ca.) scrive una poesia che restituisce la figura di un Polifemo galante, innamorato della ninfa Galatea. Già promessa sposa del bellissimo pastorello Aci, tuttavia, Galatea non ricambia i sentimenti del Ciclope. Un giorno, non essendo riuscito ad attirare l attenzione della ninfa con il suono del flauto, Polifemo si vendica gettando un sasso che colpisce Aci causandone la morte. Nel suo componimento Teocrito si rivolge a Nicia, medico e poeta, sofferente a causa di un amore infelice, e gli suggerisce di trovare consolazione nella poesia. A tal fine, ricorda proprio Polifemo, che, nel tempo in cui amava senza speranza la ninfa marina Galatea, trovò consolazione solo nella poesia. Il brutale Polifemo dell Odissea si trasforma così in un Ciclope romantico, che siede su una roccia davanti al mare e tesse le lodi dell amata. Mantiene la sua rozza semplicità, contrapposta alla bellezza delicata di Galatea, ma è ingentilito dall amore per la ninfa. Odilon Redon, Il Ciclope, 1914 ca. Raffaello Sanzio, Il trionfo di Galatea, 1512. L amore infelice di Polifemo per Galatea ha ispirato l arte rinascimentale, nella quale si diffuse un soggetto iconografico destinato a una grande fortuna, quello del Trionfo di Galatea. Ne è esempio celebre un affresco di Raffaello Sanzio (14831520), nella villa Farnesina a Roma: in una scena vivace e affollata, la ninfa campeggia al centro, sul suo carro, una conchiglia trainata da delfini, e l intero gruppo è sorvolato da amorini che scagliano le loro frecce verso Galatea. 252 Mongolfiere a forma di occhi che si elevano in cielo, teste mozzate che sembrano fluttuare nell aria: il mondo di Odilon Redon (1840-1916) era un mondo inquieto, soprattutto nelle incisioni a stampa in bianco e nero. Quando introduce i colori nei suoi dipinti, le atmosfere diventano più sognanti, ma non perdono la malinconia negli occhi che popolano certe sue tele. Qui il delicato Redon si avvicina a Polifemo, non a quello che conosciamo nell episodio del suo accecamento, ma a quello innamorato. Polifemo osserva la ninfa Galatea addormentata, rivolgendole, con il suo unico occhio, uno sguardo pieno di amore.

La luce del futuro - volume C
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Epica