TRADUZIONE d’autore (Ippolito Pindemonte)

Omero UNIT 2 10. CAMBIARE IL PUNTO DI VISTA Il proemio dell Odissea presenta i fatti dal punto di vista di un narratore onnisciente, che riferisce le vicende in terza persona ed è a conoscenza dei pensieri e dello sta- to d animo dei personaggi. Immagina di riscrivere il proemio del poema dal punto di vista di Odisseo, appena sbarcato a Itaca e memore delle vicende trascorse. Scrivi un breve testo (massimo 15 righe) limitandoti ai dettagli contenuti nel proemio di Omero, ma riferendoli secondo la visione del protagonista. IL CLASSICO SCRIVERE PER TRADUZIONE d autore All inizio dell Ottocento, sulla scia del modello illustre rappresentato da Vincenzo Monti ( p. 123), traduttore dell Iliade, il poeta Ippolito Pindemonte (1753-1828) si cimentò in una traduzione dell Odissea, destinata a un enorme successo, sancito dal grande numero di edizioni a stampa. 5 10 15 Musa, quell uom di moltiforme ingegno dimmi, che molto errò, poich ebbe a terra gittate d Iliòn le sacre torri; che città vide molte, e delle genti l indol conobbe; che sovr esso il mare molti dentro del cor sofferse affanni, mentre a guardar la cara vita intende, e i suoi compagni a ricondur: ma indarno ricondur desiava i suoi compagni, che delle colpe lor tutti periro. Stolti! che osaro v olare i sacri al Sole Iper on candidi buoi con empio dente, ed irritaro il Nume, che del ritorno il dì lor non addusse. Deh parte almen di sì ammirande cose narra anco a noi, di Giove figlia, e Diva. Nella versione neoclassica di Pindemonte spicca la scelta del verbo dire per la resa dell imperativo con cui il poeta si rivolge alla Musa: dimmi (v. 2), laddove il greco presenta piuttosto l equivalente dell italiano raccontare o narrare . Una fitta rete di anastrofi (d Iliòn le sacre torri, v. 3; delle genti l indol, vv. 4-5; del ritorno il dì, v. 14) e iperbati (molti dentro del cor sofferse af fanni, v. 6) complica la sintassi, volutamente sostenuta. Significativa, inoltre, è la scelta dell aggettivo multi forme (v. 1) nella traduzione del concetto veicolato dal greco pol tropos, la cui ambiguità non si lascia univocamente definire: molto versatile , ma anche sballottato dalla sorte . All incirca negli stessi anni Giacomo Leopardi (1798-1837), nel suo Saggio di traduzione del l Odissea, risolse il problema in modo ancora più originale: «L uom dal saggio avvisar cantami, o Diva . Omero, Odissea, trad. di I. Pindemonte, Newton Compton, Roma 2016 2. errò: vagò. 2-3. poich ebbe... torri: dopo che ebbe distrutto le sacri torri, cioè la roccaforte, di Ilio (Troia). Odisseo, artefice dell inganno del cavallo, è il vero autore della rovina di Troia. 7. mentre... intende: mentre badava a 220 salvare la propria vita e a ricondurre a casa i compagni. 8-9. indarno... compagni: invano desiderava ricondurre in patria i compagni. 10. delle colpe... periro: morirono (periro) tutti a causa delle loro stesse colpe. 11-13. osaro... dente: osarono violare i buoi sacri al Sole Iperìone con un pasto empio (empio dente). 13. irritaro: suscitarono l ira. 14. addusse: recò. 15. Deh: interiezione inserita per motivi metrici. parte... cose: una parte di cose così meravigliose.

La luce del futuro - volume C
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Epica