L’ARCHITETTURA GRECA

LA CIVILTÀ GRECA IN ITALIA

la diffusione di una straordinaria cultura

A partire dall’VIII secolo a.C., i Greci fondano numerose colonie, alla ricerca di nuovi territori dove vivere e produrre. Raffinate e ricche póleis greche sorgono anche nel Sud del nostro Paese.

Paestum: tutto lo splendore della Magna Grecia

Nell’Italia meridionale i Greci fondano nuove città, in un territorio che comprende la Basilicata, una parte della Puglia, la Campania e la Calabria. Quest’area verrà chiamata dai Romani “Magna Grecia”, che significa “Grande Grecia”, per indicare la ricchezza artistica e culturale di queste colonie.

Sulle coste della Campania, in onore del dio del mare Poseidone, i Greci fondano la città di Poseidonia, chiamata poi Paestum dai Romani. Qui si possono ancora ammirare tre grandi templi ben conservati, tra cui il  Tempio di Nettuno (il corrispondente latino del dio greco Poseidone), che è uno dei più imponenti e integri della Magna Grecia. Costruito intorno alla metà del V secolo a.C., è un tempio dorico: sul basamento a tre scalini si erge un porticato di massicce colonne con fitte scanalature che ne alleggeriscono l’aspetto. All’interno del porticato, la cella è oggi priva delle pareti perché i loro blocchi sono stati riutilizzati nel corso del tempo dagli abitanti del luogo per costruire nuovi edifici. Resta invece parte delle due file di doppie colonne che la dividevano in tre navate (cioè tre corridoi) e che reggevano il tetto.

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Una testimonianza dei Greci in Sicilia

Le colonie greche della Sicilia non sono considerate appartenenti alla Magna Grecia, ma anch’esse conservano grandiose testimonianze, come il  Teatro di Siracusa, uno dei più noti dell’antichità.

Costruito nel III secolo a.C. sul luogo di uno più antico, ha una struttura realizzata sfruttando la conformazione del colle Temenite, sul quale è adagiato. La sua grande càvea semicircolare, infatti, è quasi completamente scavata nella roccia, fatta eccezione per le parti laterali superiori che, costruite in muratura, oggi non esistono più. La gradinata è divisa orizzontalmente in due parti da un corridoio, mentre diverse scalette, che consentono di arrivare dall’orchestra alla parte superiore, formano 9 settori.

Nella spianata ai piedi del colle si trova quel che rimane dell’orchestra e della scena. Entrambe hanno subìto varie trasformazioni, anche a opera dei Romani, che dopo la conquista di Siracusa usano il teatro per ospitare i combattimenti dei gladiatori.

Dopo il crollo dell’Impero romano, il teatro viene abbandonato e nel 1526 saccheggiato dagli Spagnoli, che utilizzano i grossi massi di pietra prelevati dalla struttura per edificare le fortificazioni intorno all’isola di Ortigia, la parte più antica di Siracusa. Fortunatamente l’acustica e la funzionalità originarie del teatro non sono state penalizzate e ancora oggi vi si tengono spettacoli.

Storie della Storia dell’arte - volume B
Storie della Storia dell’arte - volume B
Dalle origini a oggi