Storie della Storia dell’arte - volume B

L’ARTE AI NOSTRI GIORNI – L’ARCHITETTURA CONTEMPORANEA

LE FORME FLUIDE DI GEHRY

L’architetto canadese-statunitense Frank Gehry (Toronto, Canada, 1929) realizza opere totalmente originali e fantasiose.

I suoi edifici si caratterizzano per l’impiego di nuovi materiali e di moderne tecnologie, ma soprattutto per l’abbandono delle superfici piane e degli angoli retti a favore di linee ondulate.

A Bilbao, città nel Nord della Spagna, progetta il  Museo Guggenheim. L’edificio, affacciato sulla riva del fiume Nervion, è composto da una serie di volumi, per lo più definiti da superfici curve, che sembrano incastrarsi tra loro. La struttura è realizzata in pietra calcarea rivestita con sottili lastre di titanio, un metallo che riflette ciò che lo circonda e crea continue variazioni di luce.

Il museo sembra una grande scultura astratta, le cui linee fluide richiamano le acque del fiume.

Per creare questa complessa composizione architettonica, Gehry ha prima costruito modelli in carta e in legno di varie dimensioni. Una volta perfezionate le forme delle varie parti dell’edificio, ha utilizzato un software messo a punto per l’industria aerospaziale, che gli ha permesso di misurare ogni punto delle superfici curve. Infine, con i dati acquisiti dal computer, ha prodotto un modello definitivo, utile a calcolare la dimensione delle strutture e tagliare automaticamente i materiali da costruzione.

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LE ARCHITETTURE VISIONARIE di ZAHA HADID

Zaha Hadid (Baghdad, 1950 - Miami, Stati Uniti, 2016) è considerata una degli architetti più influenti della nostra epoca, tanto che nel 2004 è stata la prima donna a ricevere il Premio Pritzker, il più importante riconoscimento internazionale per l’architettura.

Di origine irachena, dopo aver studiato matematica a Beirut, si laurea in architettura nel Regno Unito e fin dalle sue prime opere si distingue per una creatività fuori dal comune: il suo stile si allontana dagli schemi classici per elaborare architetture eleganti e raffinate dalle superfici fluide.

Grazie all’impiego di avanzate tecnologie digitali, la Hadid riesce a creare forme estremamente complesse.

La  Stazione marittima di Salerno, inaugurata nel 2016 a meno di un mese dall’improvvisa scomparsa dell’architetta, appare come una grande scultura dalle linee sinuose, che unisce idealmente la terra al mare. L’edificio è costituito da una struttura in cemento nella quale i passeggeri, attraverso una serie di scale e percorsi, sono condotti dall’ingresso ai terminal per l’imbarco. Elemento caratterizzante è la grande copertura a forma di guscio di ostrica, che ripara i passeggeri dall’intenso sole del Mediterraneo.

Oltre al cemento sono stati utilizzati il vetro, l’acciaio e il legno. L’intera copertura curvilinea, inoltre, è rivestita da lastre di ceramica in diverse tonalità di azzurro. Questo materiale, oltre a garantire l’isolamento termico, richiama le cupole in maiolica delle vicine chiese della Costiera amalfitana e, come queste, riflette la luce creando illusioni di movimento, proprio come fa l’acqua del mare.

Storie della Storia dell’arte - volume B
Storie della Storia dell’arte - volume B
Dalle origini a oggi