L’Iperrealismo nasce alla fine degli anni Sessanta negli Stati Uniti. Gli artisti che vi aderiscono realizzano opere così realistiche da farle sembrare corpi e oggetti veri.
IL SECONDO NOVECENTO
L’IPERREALISMO
un’arte più vera del vero
una PERFETTA IMITAZIONE DELLA REALTÀ
Interessati a descrivere la società americana, gli iperrealisti rappresentano prodotti di uso comune o persone intente a svolgere attività quotidiane, come fare la spesa, prendere il sole, osservare un dipinto in un museo.
Per imitare in modo perfetto la realtà, i pittori utilizzano fotografie. Gli scultori, invece, si servono di calchi sui corpi dei soggetti delle loro opere: le figure così ottenute vengono poi dipinte a imitazione del vero, facendo grande attenzione ai dettagli e impiegando abiti e accessori reali, come scarpe, occhiali o borse e, talvolta, perfino capelli naturali.
LE SCULTURE DI HANSON
Considerato uno gli artisti più importanti dell’Iperrealismo, Duane Hanson (Alexandria, Stati Uniti, 1925 - Boca Raton, Stati Uniti, 1996) trasforma in sculture gli americani appartenenti alla classe media o a quella meno agiata, utilizzando la tecnica del calco in gesso dal vivo (un processo che permette di ottenere una copia perfetta di qualsiasi parte di un corpo umano).
La ▶ Giovane che fa le compere è una stanca quarantenne degli anni Settanta, robusta, con i capelli scompigliati e il volto abbattuto. Schiacciata dal peso della vita di tutti i giorni, simboleggiato dalle buste cariche di spesa, la donna è ferma in piedi, forse in attesa dell’autobus o di poter attraversare la strada.
Hanson non vuole solo impressionare il pubblico con una scultura sorprendentemente realistica, ma anche farlo riflettere sulla condizione dell’umanità nell’epoca dei consumi: la figura è isolata dal mondo a cui appartiene, e questo isolamento rende l’idea della vita moderna, che segue il consumismo sfrenato, ma nasconde stanchezza, disagio e solitudine.
Storie della Storia dell’arte - volume B
Dalle origini a oggi