L’Arte concettuale nasce a metà degli anni Sessanta; questa corrente attribuisce maggiore importanza all’idea che sta alla base della creazione piuttosto che all’opera stessa.
IL SECONDO NOVECENTO
L’ARTE CONCETTUALE
le idee diventano arte
ISTRUZIONI PER CREARE OPERE D’ARTE
Prendendo spunto dal lavoro di Marcel Duchamp sul ready-made (p. 470), gli artisti concettuali non realizzano dipinti e sculture tradizionali, ma usano qualunque mezzo per esprimere le loro idee. Non si preoccupano di creare opere d’arte con un bell’aspetto: la cosa importante non è il risultato ma il concetto su cui l’opera si basa.
Solomon “Sol” LeWitt (Hartford, Stati Uniti, 1928 - New York, 2007) dimostra come le idee da sole possano essere esse stesse arte: non realizza personalmente le sue opere, ma fornisce solamente le istruzioni per crearle.
Gli artisti concettuali si oppongono alla concezione di opera d’arte come prodotto che può essere comprato e venduto al pari di un oggetto qualsiasi: dal momento che le loro opere sono idee, nessuno potrà “possedere un’idea” e poiché tutti possono avere delle idee, tutti possono essere artisti.
KOSUTH: LA DEFINIZIONE, LA RAPPRESENTAZIONE E L’OGGETTO
Per gli artisti concettuali il linguaggio è uno strumento importante, tanto che le parole vengono spesso usate al posto dei materiali tradizionali.
In ▶ Una e tre sedie, Joseph Kosuth (Toledo, Stati Uniti, 1945) colloca una sedia di legno pieghevole accanto a una fotografia della sedia stessa e al testo ingrandito di un dizionario inglese con la definizione della parola chair (“sedia”). L’artista non realizza i tre oggetti, ma semplicemente li assembla per creare la sua opera, capace di trasformare una sedia comune in uno spunto di riflessione: è “sedia” solo l’oggetto o lo sono anche la parola che la indica e l’immagine che la rappresenta?
Storie della Storia dell’arte - volume B
Dalle origini a oggi