IL DADAISMO

l’arte della provocazione

Movimento irriverente, il Dadaismo si ribella a ogni regola sociale e a ogni tradizione artistica. I dadaisti ritengono arte qualunque prodotto scaturito dalla mente dell’artista.

LIBERTÀ CREATIVA

Nato in Svizzera durante la Prima guerra mondiale e poi diffusosi in Europa e in America, il Dadaismo prende vita da un gruppo di intellettuali, letterati e artisti che, disillusi dal mondo, mettono in discussione tutto ciò che è convenzionale. Per i dadaisti l’arte è un atto assolutamente libero, creativo e casuale, come lo è la scelta del termine “dada”, che non ha alcun significato.

DUCHAMP e il ready-made

Artista tra i più dissacranti del XX secolo, Marcel Duchamp (Blainville-Crevon, Francia, 1887 - Neuilly-sur-Seine, Francia, 1968) propone una visione dell’arte profondamente innovativa: convinto dell’assoluta predominanza del pensiero, prende oggetti d’uso comune e li rende opere d’arte. Inventa così il ready-made (“oggetto già fatto”).

È un ready-made  Fontana, un orinatoio in maiolica bianca capovolto, firmato con lo pseudonimo di “R. Mutt” e collocato su un piedistallo. L’opera, presentata a una mostra a Parigi nel 1917, è una provocazione inaudita! Fontana viene rifiutata, ma Duchamp raggiunge il suo scopo: turbare i benpensanti e far riflettere sul concetto di “arte” e sul ruolo dell’artista nel processo creativo.

Qualche anno dopo, l’artista compie un’operazione simile, ironica e provocatoria, con il celebre ready-made  L.H.O.O.Q. (la sigla è un irriverente gioco di parole in francese che indica una donna che si concede facilmente) destinato a diventare il manifesto del Dadaismo. Su una stampa della celebre Gioconda di Leonardo da Vinci disegna baffi e barba. Il messaggio è chiaro: Dada mette in discussione tutti i valori, anche l’arte più acclamata!

Storie della Storia dell’arte - volume B
Storie della Storia dell’arte - volume B
Dalle origini a oggi